Negli ultimi, recentissimi sondaggi, che anticipano le intenzioni di voto degli israeliani alle prossime politiche del 9 aprile, il blocco del centro destra è indicato in vantaggio di 64 seggi contro i 56 attribuiti a quello di centrosinistra.
Quindi, anche per i prossimi 4 anni Israele, al di là di come potrebbero evolvere i problemi giudiziari dell'attuale premier, sarà governata da un esecutivo con a capo Netanyahu?
Non è detto, perché il suo partito, il Likud, potrebbe ottenere meno seggi di Kahol Lavan, partito più spostato al centro che ha come esponente di punta l'ex generale Benny Gantz. Kahol Lavan, al momento, sembrerebbe poter ottenere tra i 2 e 4 seggi in più rispetto al Likud.
Se questo fosse il risultato finale, sarebbe senz'altro un ostacolo in più per Netanyahu per poter essere riconfermato nell'attuale incarico di primo ministro.
Da qui, l'attivismo di "Bibi" nel dimostrare ai propri connazionali, in special modo ai fondamentalisti religiosi dell'estrema destra, il supporto di altre nazioni alla sua azione politica. Supporto che, in realtà, è arrivato concretamente solo dagli Stati Uniti di Trump che, dopo aver riconosciuto Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico e la sovranità di Israele sulle alture del Golan, potrebbe anche supportare l'ultima promessa fatta da Netanyahu a poche ore dal voto.
In una intervista ad una rete televisiva, il premier israeliano ha dichiarato che, nel caso di un suo prossimo mandato, il suo Governo annetterà ad Israele anche gli insediamenti dei coloni ebrei presenti in Cisgiordania. Una vera e propria provocazione che, e non poteva essere altrimenti, è stata respinta sia da Hamas che dall'Anp.
Dopo più di 50 anni trascorsi dalla guerra del 1967, Isarele ha promosso l'insediamento di colonie nei Territori Occupati contravvenendo ai trattati internazionali e arrivando ad occuparne, secondo B'Tselem, organizzazione israeliana per i diritti dei palestinesi, circa il 10%, e finendo immancabilmente per creare in tal modo il principale ostacolo ai colloqui di pace, di fatto congelati al 2014.
In quegli insediamenti (relativi alla sola Cisgiordania) vivono circa 400mila israeliani, contro 2,9 milioni di palestinesi. Altri 212.000 coloni israeliani vivono a Gerusalemme Est, secondo le Nazioni Unite.
Una promessa, quella di Netanyahu, che in molti, anche a destra, definiscono irrealizzabile, ma che potrebbe però essere un'anticipazione del piano di pace ideato - si fa per dire - da Trump e da lui definito come l'accordo del secolo, un piano che il presidente Usa ha detto di voler presentare dopo il voto in Israele.