"La votazione si svolgerà martedì come previsto", ha detto la portavoce di Theresa May. Ed anche il leader della Camera dei Comuni, Andrea Leadsom, ha confermato che il Parlamento voterà sull'accordo per la Brexit il prossimo 11 dicembre.

Perché tali conferme su un appuntamento già programmato da giorni? Perché la May, sull'accordo da lei siglato con l'Unione per uscire dall'Europa, non ha più una maggioranza.

Mercoledì, Julian Smith, portavoce del premier presso il gruppo di maggioranza ha trascorso un'ora con i parlamentari pro-Brexit dei Conservatori e del DUP, ascoltando le loro preoccupazioni. Ma i deputati che hanno partecipato alla riunione hanno detto che i loro dubbi sull'accordo siglato dalla May non erano stati fugati.

Durante i primi due giorni di dibattito, siamo a metà dei cinque previsti, almeno 15 parlamentari della maggioranza hanno dichiarato che intendono votare contro l'accordo, mentre i media britannici hanno ipotizzato che il numero dei contrari, tra coloro che invece avrebbero dovuto essere a favore, potrebbe alla fine arrivare al traguardo dei 100!

Una disfatta per la May e da qui l'ipotesi, finora smentita, di un rinvio della data sul voto.

Per il negoziatore dell'Ue, Michel Barnier, l'accordo è il migliore che la Gran Bretagna possa ottenere, ed il ministro delle finanze britannico Philip Hammond ha detto che è illusorio pensare che l'accordo possa essere rinegoziato se il Parlamento lo dovesse respingere.

Ma in quel caso che cosa potrà accadere? In un'intervista radiofonica rilasciata alla BBC, Theresa May ha detto che sulla Brexit ci sono tre opzioni: "Una è lasciare l'Unione Europea con un accordo. Le altre due sono andar via senza un accordo oppure rimanere in Europa."