In attesa dell'ordinanza per l'emergenza coronavirus che il governo si appresta a varare, oggi il premier ha rilasciato alcune dichiarazioni al riguardo che, in parte, sembrerebbero anticiparne i contenuti.

Partiamo però dal punto più "interessante", la prova tampone.
"La prova tampone - ha detto Conte, adesso - va fatta solo in alcuni circostanziati casi non diffusamente... non è che qualcuno avverte l’influenza, ha la febbre anche alta, e fa la prova tampone. Non sono queste le raccomandazioni della comunità scientifica. Il fatto, in questi giorni, di avere probabilmente esagerato con la prova tampone non risponde alle prescrizioni della comunità scientifica: finiremo col drammatizzare quella che è una emergenza sanitaria, che va affrontata con razionalità seguendo protocolli lineari. Nel caso opposto  avremo l’effetto di diffondere false sicurezze che sono illusorie".

In sostanza, dopo aver fatto scappare  i buoi, adesso il governo prova a chiudere la stalla, aggiungendo che "L’Italia è un Paese sicuro e forse più sicuro di tanti altri", lamentandosi delle progressive limitazioni che iniziano a fioccare da altre nazioni nei confronti di chi provenga dall'Italia, in particolare da Lombardia e Veneto.

Poi il premier ha parlato di coordinamento con regioni, comuni (Anci) e protezione civile per razionalizzare le iniziative che già si sono assunte a livello territoriale, cercando di smorzare le polemiche nate nelle ultime ore per alcune sue dichiarazioni su quanto fatto dai sanitari dell'ospedale di Codogno, non dimenticandosi di ricordare che "iniziative assunte localmente possono risultare dannose ed avere un impatto negativo anche verso i cittadini. Le nostre valutazioni hanno tutte una base tecnica e scientifica, elaborate con i maggiori virologi".

Poi Conte si è riferito all'impatto economico che la crisi in atto potrà generare. Le attività di accoglienza e ristorazione stanno già registrando un calo di presenze, mentre convegni, fiere e manifestazioni vengono annullati o rimandati... solo per fare alcuni esempi! E per capire come la gente si è rapportata con i focolai di epidemia in Lombardia e Veneto, basta fare un giro nei supermercati in qualsiasi regione d'Italia... tutti presi d'assalto e con gli scaffali vuoti. 

"Questa sera - ha detto il premier - daremo un primo segnale, ma è chiaro che per le misure per sopperire e rimediare all’impatto economico negativo di questa emergenza dobbiamo prenderci del tempo per fare una istruttoria più articolata". 

Nel frattempo arrivano i suggerimenti dalle altre forze politiche. Questa è quella di Zingaretti (Partito Democratico):

Ma non solo. Pure il leghista Salvini adesso si è deciso a collaborare con il governo: nei giorni scorsi a differenza di quanto fatto da altri leader dell'opposizione si era negato al telefono rifiutando di parlare con Conte. Queste le sue ricette a favore delle zone colpite dal virus... praticamente un programma di governo: