Sport

L'esito del colloquio Abodi Gravina su chi dovrà controllare in futuro il calcio professionistico

Così il presidente della FIGC Gabriele Gravina  ha riassunto il colloquio avuto ieri con  il ministro dello Sport Giovanni Abodi su chi e come tra governo e Figc controllerà le squadre professionistiche di calcio (e basket) nei prossimi anni: 

“Apprezzando il clima di dialogo costruttivo nel quale si è svolto l'incontro, abbiamo avuto modo di ribadire la nostra condivisione sull'obiettivo del Ministro Abodi della stabilità e della sostenibilità economico-finanziaria del calcio professionistico, ma il problema non sono i controlli e lo strumento individuato non risolve il problema; piuttosto dobbiamo lavorare assieme per individuare principi ancora più rigidi per le Licenze Nazionali”.Durante l'incontro, il presidente Gravina ha espresso la contrarietà del mondo del calcio in merito alla costituzione della cosiddetta ‘Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria sulle società sportive professionistiche' evidenziando, punto per punto, le criticità riscontrate nell'analisi del documento fatto pervenire lo scorso 3 maggio, a partire dal rispetto del principio dell'autonomia sportiva riconosciuto sia in ambito nazionale che internazionale. Gravina ha anche informato il Ministro Abodi delle interlocuzioni avute con UEFA e FIFA, mettendolo al corrente della lettera già ricevuta in data di ieri con richiesta di spiegazioni urgenti da far pervenire entro lunedì 13 maggio, nella quale evidenziano grande preoccupazione.La posizione della FIGC è chiara: tale nuova realtà si pone in evidente contrasto con il divieto assoluto di interferenza politica negli ordinamenti e nelle attività della FIGC, sancito dagli artt. 14 e 15 dello Statuto FIFA, al quale tutte le Federazioni devono obbligatoriamente attenersi, pena l'applicazione di possibili sanzioni. A questo, tenuto conto che l'attività inerente i controlli delle società professionistiche e le ammissioni ai campionati è sottoposta all'attenta vigilanza del CONI, si aggiungerebbe anche l'evidente contrasto con la regola 24.6 della Carta Olimpica, che impone al CONI di preservare la propria autonomia e resistere ad ogni tipo di pressione politica.Gravina ha poi sollevato dubbi sulla conformità del principio fondamentale dell'autonomia dell'ordinamento sportivo, sancito storicamente dall'ordinamento statuale e ribadito da due pronunce della Corte Costituzionale (da ultimo con sentenza 160/2019) e della Corte di Cassazione. Inoltre, non appare essere coerente con risoluzioni intervenute a livello europeo che, ad oggi, hanno sempre riconosciuto l'autonomia e specificità dell'ordinamento sportivo (purché le regole e le misure da esso adottate siano rispettose del principio di proporzionalità e ragionevolezza), ma mai hanno riconosciuto la possibilità di interventi delle autorità governative in attività demandate alle autorità sportiva. A tal proposito, il Parlamento europeo ha sempre sostenuto l'UEFA nell'adottare strumenti di controlli omogenei a livello europeo. Non da ultimo, sono stati elencati anche dei problemi attuativi e di compatibilità con il sistema normativo federale sotto il profilo temporale e per quanto riguardo l'impianto sanzionatorio.Tutto ciò premesso, il presidente della FIGC ha confermato sin da ora al Ministro Abodi la disponibilità ad agire con ancora maggiore severità sulla regolamentazione sulla sostenibilità economico-finanziaria, invitando lo stesso Ministero a indicare le nuove linee guida al CONI, preposto dalla legge all'emanazione dei principi e alla vigilanza dell'operato delle Federazioni.

Come si risolverà la querelle? Con un'agenzia esterna indipendente che costerà dieci, venti, trenta... volte di più di quanto costano oggi  annualmente i cinque componenti della Covisoc (meno di 80mila euro)... per svolgere esattamente gli stessi compiti. In meglio... sarà da vedere.

Autore Mauro Sartini
Categoria Sport
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