Come già sappiamo, il precedente e tristemente noto piano pandemico era fermo al 2006. Questo presentato nelle scorse ore è la bozza (corposa) che, inevitabilmente, fa tesoro delle lezioni della pandemia da Covid e che andrà a sostituire il vecchio piano oggetto negli ultimi mesi di molte polemiche relative al suo mancato aggiornamento.

Di seguito sono riportati alcuni passaggi "significativi" in esso contenuti:
“Le lezioni apprese dalla inattesa pandemia da un nuovo coronavirus del 2020 possono essere considerate in un Piano Pandemico influenzale che è utile contestualizzare nell’ambito dell’attuale crisi sanitaria globale. In particolare, quanto stiamo apprendendo dalla pandemia SARS-CoV-2 è utile per la messa a punto di piani pandemici influenzali ed in prospettiva per la risposta ad altri patogeni capaci di causa epidemie/pandemie”.

Ancora Il Ministero sottolinea che:

“Questo piano, pur facendo tesoro di quanto appreso dalla pandemia in corso, si focalizza sulla preparazione rispetto a scenari pandemici da virus influenzali. Rimane la consapevolezza che molte delle misure prevedibili in una pianificazione pandemica influenzale sarebbero incluse in una più ampia pianificazione per un patogeno X simile a Sars-CoV-2 per cui è sicuramente necessaria, al termine della pandemia in corso, una programmazione in base anche a documenti di indirizzo internazionali che saranno resi disponibili nei prossimi mesi e che tenga conto di quanto già programmato reattivamente. L’Italia si farà parte attiva nei confronti degli organismi europei e internazionali affinché i documenti guida siano orientati in tal senso al fine di poter elaborare e disporre nel più breve tempo possibile di un piano pandemico nazionale che comprenda tutte le patologie respiratorie ad alta trasmissibilità e patogenicità”.

Questi saranno i piani regionali con le principali azioni da prevedere in caso di Pandemia;

I piani devono essere attuati dopo 120 giorni dall'approvazione del Piano nazionale e ogni anno va redatto lo stato di attuazione. I Piani devono altresì interessare i servizi sanitari ospedalieri e territoriali pubblici e privati, devono essere articolati fino al livello di struttura/organizzazione e devono essere coerenti e coordinati tra loro e con il Piano pandemico nazionale, in modo da garantire la continuità operativa ed il coordinamento dei servizi sanitari essenziali. 

Disporre di un quadro completo e aggiornato della rete assistenziale nazionale.Disporre di sistemi informativi dedicati per il monitoraggio della domanda di servizi sanitari.Definizione della architettura regionale della rete di assistenza e delle procedure per la risposta dei servizi sanitari all’emergenza pandemica.Predisposizione di misure organizzative atte a garantire l’adattamento veloce della rete e della disponibilità di servizi.Predisposizione di piani di aumento della capacità e di continuità operativa dei servizi. Predisposizione di un sistema di sorveglianza web-based per il monitoraggio dei servizi sanitari da attivarsi rapidamente in caso di pandemia.Definizione di procedure per trasferimenti e trasporti di emergenza: individuazione delle modalità e delle regole per i trasporti di emergenza, sistemi di coordinamento per trasferire i pazienti tra le strutture (es. monitoraggio centralizzato dei posti letto, distribuzione centralizzata dei pazienti e call center). Stima dei fabbisogni e delle procedure per il monitoraggio, uso e distribuzione delle scorte di DPI, farmaci e dispositivi medici (antivirali, vaccini, antibiotici).Individuazione presso le Aziende ospedaliere e territoriali dei magazzini deputati allo stoccaggio dei Dispositivi di Protezione Individuale da distribuire tempestivamente agli operatori sanitari delle strutture e dei servizi ospedalieri e territoriali di competenza di ciascuna Azienda Implementazione di programmi per la prevenzione e controllo delle infezioni in ambito sanitario a livello ospedaliero.Comunicazione del rischio coordinata tra le autorità per preparare messaggi e materiale informativo per le persone colpite, il pubblico in generale, inclusi i lavoratori non sanitari.Educazione a comportamenti di igiene/misure di prevenzione che possono avere un effetto positivo sulla salute pubblica in presenza di una epidemia influenzale.Garantire la disponibilità di forniture annuali di vaccino contro l'influenza stagionale da fonti nazionali o internazionali.Anagrafe vaccinale nazionale/sistema di copertura vaccinale antinfluenzale e Sistema di farmacovigilanza nazionale. Disporre e mantenere una riserva nazionale/regionale di farmaci antivirali durante la fase inter-pandemica definendo le modalità di accesso alle riserve. Stoccare correttamente in magazzini gestiti con criteri FIFO (first in first out) una scorta di DPI sufficiente a garantire il fabbisogno in ambito assistenziale nei primi 3-4 mesi di una emergenza pandemica influenzale, assicurare la distribuzione di DPI necessaria alla protezione degli operatori in base alla valutazione del rischio; garantire agli operatori formazione e addestramento al loro uso.La formazione e le esercitazioni sono funzioni cardine nella preparazione ad una emergenza pandemica influenzale perché permettono di potenziare conoscenze e competenze tecnico-scientifiche in momenti non emergenziali formando contestualmente risorse mobilizzabili in fase pandemica.

Qui è possibile scaricare la bozza :

https://drive.google.com/file/d/1jecDXP_srTlisWlxWZVV2mxqobgT_WkD/view?usp=sharing