"Programmare ed esprimere una visione strategica insieme a interventi di più ampio respiro. E lo dobbiamo fare perché questo è il momento per farlo. C’è una bella espressione di Keynes, richiamata anche dal Governatore Ignazio Visco, che diceva che per programmare nel medio e lungo termine bisogna già agire oggi, perché altrimenti già oggi siamo in ritardo se vogliamo avere effetti nel medio e lungo periodo".

Questo è quello che Conte ha prospettato oggi nel suo intervento di apertura degli Stati Generali a Villa Pamphilj che oggi vedevano il Governo confrontarsi con le associazioni che rappresentano il mondo delle imprese, a partire da Confindustria.

Conte ha poi ricordato che qualsiasi programma non potrà prescindere dalle decisioni che il Consiglio europeo prenderà a luglio, anche se una riunione importante è comunque prevista per venerdì prossimo.

E dopo quello che ormai sta diventando un ritornello, relativo al piano di rilancio con 187 progetti su cui anche gli imprenditori dovranno poi esprimere i loro suggerimenti, Conte ha concluso sentendosi in dovere di chiarire un aspetto che, evidentemente gli stava a cuore. 

"Non so perché - ha detto il premier - ma leggendo dalla stampa sembra che qualcuno pensi che questo governo abbia un pregiudizio nei confronti della libera iniziativa economica.Questo a nome del Governo voglio precisarlo molto chiaramente: le misure che noi abbiamo elaborato e inserito nei nostri provvedimenti, per buona parte anche consistente, sono dedicate al sostegno delle imprese (pensiamo alle misure volte a favorire la capitalizzazione delle imprese, che secondo la nostra diagnosi è uno dei vulnus e dei motivi di fragilità tradizionale del tessuto produttivo italiano, specie se parliamo delle pmi che poi ci rendono primi in Europa). Si può discutere sulle misure e non c'è dubbio che ci sia una costante attenzione del Governo per il sostegno alle imprese. E in questo progetto che avete davanti voi troverete anche una misura che il dottor Bonomi ci voleva “rubare”: qui c’è il piano di transizione 4.0, ma c’è anche il nuovo piano di transizione impresa 4.0 plus, dedicato a chi vorrà volgere le sue attenzioni e innovare in modo ancora più spiccato, abbracciando le nuove tecnologie digitali ancor più sofisticate, l’intelligenza artificiale, il blockchain, una transizione green ancora più spinta. Non c'è alcun pregiudizio. Per noi l'impresa è un pilastro della nostra società, è il tessuto produttivo, si sta facendo di tutto per preservarlo, produce crescita economica, produce sviluppo e innovazione, genera valore sociale. Possiamo avere diversità di opinioni, ci mancherebbe che intorno a un tavolo del genere con tante sensibilità dovessimo pensarla tutti allo stesso modo, ma qui non c'è nessuna remora culturale, nessun pregiudizio ideologico: per noi preservare le imprese e metterle in condizione e nella prospettiva di poter affrontare vigorosamente e in modo reattivo uno shock come questo e quindi il rilancio è la nostra priorità. [...]Non abbiamo una concezione collettivista della produzione o statalista dell’economia. Non ci appartiene, non è nella filosofia della linea politica economica di questo Governo e non accarezziamo neppure un modello cripto-dirigista in campo economico. Il nostro modello rimane quello classico, di uno Stato regolatore che però non è disattento rispetto ai meccanismi del mercato. Siamo pronti a intervenire e a presidiare gli interessi strategici, di qui il nostro intervento con la Golden Power, siamo disposti anche a intervenire in punta di piedi quando c'è da offrire un sostegno diretto nelle aziende, quando i meccanismi di liquidità esterni non funzionano e c’è la possibilità di offrire equity per un periodo limitato senza voler interferire nelle attività di governo dell’organismo produttivo. Siamo ovviamente ben orgogliosi di dire che le nostre aziende partecipate sono delle multinazionali (le abbiamo ereditate e non costruite noi) che ci rendono orgogliosi in tutto il mondo, perché quando io incontro i Capi di Stato molto spesso mi fanno i complimenti non solo per singole aziende che operano all’estero e contribuiscono all’export, ma vengo anche ringraziato per le attività delle nostre multinazionali in alcuni settori da loro presidiati, pensiamo al campo energetico.State tranquilli che avrete sempre tutto il nostro sostegno in termini di incentivi per cercare di rendervi ancora più competitivi: com’è scritto in uno dei nostri macro-obiettivi, per un tessuto economico più competitivo e resiliente anche nel mondo". 


Questo è come il nuovo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha risposto oggi agli inviti di Conte, in base a quanto da lui riassunto in una serie di tweet dal suo account social:

"La cassa integrazione è stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per ulteriori 4 settimane. Gravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno della liquidità. Le misure economiche dell'Italia si sono rivelate più problematiche di quelle europee.L’impegno contro una nuova dolorosa recessione può avere successo solo se non nascondiamo colpe ed errori commessi da tutti negli ultimi 25 anni. Ora si onorino contratti e debiti verso le imprese. Chiedo immediato rispetto per la sentenza della magistratura che impone la restituzione di 3,4 miliardi di euro di accise sull'energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione.Sul fisco, non possiamo operare restando in attesa per oltre 60 mesi in media della regolazione da parte dello Stato dei crediti IVA alle imprese, quando nei Paesi concorrenti europei questo avviene in meno di 6 mesi.Confindustria non crede in uno Stato cattivo contrapposto al privato buono. Ciò che chiediamo è una democrazia moderna con istituzioni efficienti e funzionanti, cioè con una Pubblica Amministrazione "buona", come già indicato e chiesto dal Governatore della Banca d'Italia".


Da come si può capire in base a quanto riportato, difficile pensare che, anche in futuro, ci potrà essere una grande intesa tra Confindustria e Governo.