È sempre più fuga dalle specializzazioni mediche. Dai dati raccolti dalle Associazioni, si evince che solo 11.688 candidati su 14.036 si sono visti assegnare uno dei 16.165 contratti di formazione. Tutto ciò è frutto di una "errata programmazione dei medici specialisti causata da una sbagliata suddivisione dei contratti a bando, con evidenti storture che hanno portato a diminuire i contratti in quelle scuole che lo scorso anno erano state pienamente coperte e viceversa aumentali in quelle scuole con già poche assegnazioni". La situazione è molto compromessa: 1 contratto statale su 4 non è stato assegnato (24,5%) , così come la maggioranza dei contratti regionali (51,3%), la stragrande maggioranza dei contratti Ssn (78,1%).
Il dato più preoccupante riguarda la scuola di specializzazione d'emergenza-urgenza, in cui su 855 contratti stanziati sono risultati assegnati solo 266 (il 31%) con ben 4 senza alcuna assegnazione (tra cui La Sapienza di Roma – Umberto I e Milano San Raffaele), una ulteriore flessione rispetto agli scorsi anni che certifica ufficialmente “l'estinzione” della figura dello specialista in medicina d'emergenza con l'avanzata della figura del medico gettonista che corrisponde irrimediabilmente a una diminuzione della qualità erogata in un ambito delicato come quello dei Pronto Soccorso oltre a costi esorbitanti per i contribuenti.
Un terzo ulteriore drammatico dato riguarda l'entità delle scuole che non hanno nemmeno uno specializzando assegnato; parliamo di scuole che sono letteralmente “deserte” e sono ben 103, oltre a 127 ulteriori scuole con meno del 25% di specializzandi assegnati. "È mortificante constatare che ben 44 scuole di Anatomia patologica, Patologia clinica e Microbiologia saranno senza nessun medico specializzando, certificando il depauperamento di figure professionali che sono state protagoniste durante la pandemia Covid. È infine interessante notare che questa scellerata suddivisione dei contratti a bando abbia portato al capolavoro di avere scuole di specializzazione deserte anche in Università notoriamente definite “ambite” come Milano San Raffaele (4 scuole), Humanitas sempre di Milano (2 scuole) oppure Campus Biomedico di Roma (4 scuole) e infine la Cattolica di Roma (4 scuole)", fanno sapere Anaao Giovani, Als e Gmi.
"Una Caporetto, anche questa da noi ampiamente preventivata nelle scorse settimane, poiché il semplice aumento dei contratti stanziati in medicina d'emergenza, associata ad un aumento globale dei contratti ed in assenza di una riforma della formazione medica, avrebbe non solo non risolto il problema della carenza di specializzandi d'emergenza ma l'avrebbe addirittura peggiorata dandole il colpo di grazia, in un contesto concorsuale mal gestito e con controlli poco adeguati in cui vi sono già diversi casi di concorrenti iscritti a una specializzazione che si sono visti assegnare i punteggi curriculari, concorrenti che hanno dichiarato requisiti per accedere a contratti finanziati da più regioni e concorrenti che hanno erroneamente auto-dichiarato essere portatori di handicap, certificando pertanto una graduatoria falsata che ci auguriamo non sia oggetto di ricorsi con ulteriori ritardi e disservizi.In questa evidente gestione errata del Ministero dell'Università, chiediamo un incontro ad horas non solo con i funzionari del Miur e dell'Osservatorio Nazionale della Formazione, come avvenuto nelle scorse settimane, ma anche e soprattutto in presenza dei funzionari del Ministero della Salute e della Fnomceo per evitare di trovarci nelle prossime tre settimane ad un aggravamento di questa situazione già compromessa".
Le associazioni chiedono nuovamente e con maggiore forza ciò che è stato "urlato da centinaia di giovani medici nella manifestazione del 25 settembre davanti al Miur: la proroga della presa di servizio al 1 dicembre di tutti i neo specializzandi, l'aumento a 5 degli scaglioni straordinari prima della presa di servizio (aumento promesso e non verificatosi) e soprattutto l'integrazione di rappresentanti dei medici in formazione nel tavolo di riforma già istituito e composto ad oggi solo di accademici.La risoluzione del problema NON è aumentare gli ingressi a medicina o peggio ancora abolire il numero chiuso: l'unico modo è riformare il sistema della formazione medica, ferma al 1999, che ha oggettivamente fallito essendo governata da migliaia di Direttori di scuola che non intendono rispettare le più semplici regole e norme, prime tra tutte l'utilizzo della rete formativa che esistono solo su carta e con specializzandi “ammassati” in poche strutture universitarie, in rapporto medici in formazione: letti anche di 10:1 svolgendo mansioni ripetitive, demansionanti e soprattutto poco formative".
Dopo la manifestazione davanti al Mur, "siamo pronti a manifestare nuovamente in contemporanea in diverse città italiane per dimostrare al mondo politico, accademico e civile che una intera generazione di giovani medici è stanca di assistere al dibattito surreale dell'abolizione del numero chiuso, dell'istituzione di fantomatiche nuove specializzazione come 'la chirurgia dei microchip', e soprattutto non può più tollerare la strenua e coriacea difesa dello status quo da parte del mondo universitario che intende ancora tenerci inquadrati come studenti con molti doveri e pochi diritti invece che come professionisti qualificati che si specializzano, al pari dei loro colleghi europei, con un contratto di formazione lavoro.La manifestazione del 25 settembre, corredata di una sottoscrizione che ha raggiunto oltre le 5000 firme, ha dimostrato anche a noi stessi che uniti possiamo riuscire a risolvere le ben note problematiche in merito al mancato rispetto della nostra dignità retributiva, formativa e lavorativa. Siamo pronti anche a organizzare il primo sciopero generale degli specializzandi, dimostrando che se tutti i medici in formazione specialistica incrociassero le braccia anche solo per 3 giorni migliaia di reparti universitari andrebbero in tilt e tutti i policlinici universitari andrebbero al collasso, dimostrando che la nostra categoria è una delle colonne portanti del Ssn poiché quotidianamente e contrariamente alla legge siamo costretti a fungere da tappabuchi sostituendo il personale universitario di ruolo".