Ieri, una delle icone del tennis mondiale e non solo di quello femminile, la russa Maria Sharapova, ha indetto una conferenza stampa annunciando di essere stata sospesa in via cautelare a partire dal prossimo 12 marzo per essere stata riscontrata positiva ad un controllo antidoping durante gli Australian Open.

La Wada, acronimo per World Anti-Doping Agency, ha trovato Maria Sharapova positiva al Meldonium, sostanza che la stessa Wada  ha deciso di inserire tra quelle proiobite proprio a partire dal 2016.

Ma che cos'è il Meldonium? È il nome della molecola che viene venduta con il nome commerciale di Mildronate, un farmaco prodotto in Lettonia che è indicato per chiunque abbia seri disturbi cardiaci, dall'angina pectoris all'infarto.

La Sharapova è malata di cuore? Niente affatto. Lei sostiene di aver preso quel farmaco  negli ultimi dieci anni su indicazione del proprio medico personale a causa di una «carenza di magnesio dovuta ad un principio di diabete ereditario».

Casualmente, però, in  base a ricerche scientifiche accurate, è stato stabilito che il Meldonium dà anche ottimi risultati per migliorare i tempi di recupero di chiunque svolga un'attività fisica e, di conseguenza, anche sportiva. Il Meldonium migliora la resistenza, aumentando le capacità aerobiche di un soggetto così come i parametri funzionali della sua attività cardiaca, diminuisce i livelli di acido lattico permettendo tempi di recupero più rapidi.

Pertanto, un sicuro  vantaggio per qualunque sportivo ne faccia uso, in special modo se si tratta di una tennista che in un torneo deve giocare fino a due/tre ore anche sotto il sole in estate, fino a tre/quattro partite in sette giorni. Un bell'aiuto, non per imparare ha giocare a tennis, ma certamente sì per riuscire a correre sul campo alla sessa intensità per tutta la durata dell'incontro.

Maria Sharapova ha assicurato di non aver preso intenzionalmente il farmaco, per non aver visto la mail con cui in ottobre la Wada la avvertiva, così come molti altri atleti, che il Meldonium sarebbe stato proibito a partire da gennaio 2016.

Che si sia trattata di una svista? Come in altre occasioni analoghe, la Wada quando deve bloccare un farmaco invia più avvertimenti nel corso di 12 mesi, in modo che gli atleti siano consapevoli delle nuove disposizioni. Anche in questo caso, la Wada ha inviato una prima notifica a gennaio 2015, una seconda ad ottobre ed infine una terza a gennaio 2016 con cui ha comunicato che il farmaco era stato inserito tra quelli proibiti.

È possibile credere alla sbadataggine della Sharapova? Fino a prova contraria tutto è possibile, anche se lascia qualche dubbio il fatto che un'atleta che guadagna 35 milioni di dollari all'anno non abbia uno o più medici che le dicano che farmaci assumere o non assumere... sia per preservare la sua vita e la sua immagine sportiva, sia per preservare le sue entrate economiche, visto che dopo questo "incidente" gli sponsor la stanno abbandonando a gambe levate!