“Non è abbastanza fare dei passi che un giorno ci porteranno ad uno scopo, ogni passo deve essere lui stesso uno scopo, nello stesso tempo che ci porta avanti.”     J. W. GOETHE

Goethe rappresenta una grande spiritualità vissuta tra il 1700 e il 1800, il suo sostanziale interesse è per la “Natura”, concepita come unione inscindibile con Dio rivendicando l’origine spirituale del tutto, dove l’umanità dimora per evolversi verso la piena coscienza e la libertà di determinare il proprio destino.

In quest’ottica dovremmo percepire la nostra esperienza umana come un processo di autoconoscenza e autocoscienza inserito e collegato al tutto invece siamo spinti dalla tecnologia dominate ad estraniarci da noi stessi e dagli altri, trattare la Natura come un elemento avulso, da sfruttare, offendere, distruggere per un puro egoistico interesse personale e collettivo. 

Viviamo in un limbo dove tutto è falsamente possibile, una vuota illusione che inghiotte tutto e tutti, snaturandoci diveniamo più simili al modello del passato quando eravamo privi di intelletto e di coscienza.

In questo particolare Paese tutto è stato compromesso da una cultura di riflesso dettata da antiche e obsolete espressioni di potere dove svetta l’egoismo, variegate forme di razzismo ed una diffusa ipocrisia.

L’umanità è destinata, volente o nolente, ad evolversi, le nuove generazioni ricevono il patrimonio culturale accumulato dalle precedenti ma spetta ai giovani cambiare e porre nuove regole perché sono le diverse condizioni di vita ad imporlo, ma non solo! 

La stessa forma fisica del corpo umano è migliorata, ormai le misure auree si sono diffuse nell’umanità intera e non certo per caso. Una realtà che l’umanità tende ad affermare è il raggiungimento della perfezione nella dimensione materiale in cui vive: questa non sarà mai raggiunta. È patetico come alcune persone si sottopongono a dolorosi interventi di chirurgia plastica per raggiungere la perfezione fisica, ben altra cosa è rimediare a dei gravi difetti o a conseguenze distruttive a causa di incidenti o malattie, quando si può rimediare al danno è doveroso e necessario. L'invecchiamento ha come contropartita la saggezza ma gli uomini e le donne moderni preferiscono il lifting.

Questa mania per la perfezione, per un cliché (magri a tutti i costi, eternamente belli e giovani, alti ed intelligentissimi) ed altre amenità simili portano a considerare coloro che non rispettano tali modelli con disprezzo: queste sono le conseguenze di una mentalità manipolata da una informazione sbagliata ed immorale che plasma un comportamento quasi automatico dipendente ed irriflessivo adatto per gli ospiti degli allevamenti intensivi.

Oggi ad esempio devi aver conseguito minimo una laurea (non ha importanza come o quanto l’hai pagata) altrimenti sei dequalificato in una discussione o nella difesa dei tuoi diritti. Il titolo di studio fa parte del culto della personalità moderna; il sig. o la sig.ra prima del proprio nome è socialmente riduttivo,  il/la Prof. fa scattare subito deferenza e rispetto a danno della dignità e persino dell’onestà. Con vestiti di lusso, scarpe lucide e un Rolex in bella vista al polso si raggiunge il massimo dell’autorevolezza e della rispettabilità.

Si fa tutto per diversificarci nel senso negativo della parola, si vive di impressioni superficiali a danno della sostanza; persone e situazioni si valutano utilizzando canoni adatti alla superficialità della mentalità corrente prefabbricata.

Si è persa la coesione sociale, la vita di milioni se non miliardi di individui scorre nelle vene di Internet perdendo la sua caratteristica umana; si delega ad un computer la fatica di relazionarci con altri esseri umani, ci risparmia anche la fatica di essere onesti e dire la verità su ciò che siamo e che facciamo. Siamo arrivati anche a casi limite di suicidi in diretta: il distacco dalla realtà e lo spirito di protagonismo è tanto forte che riesce a travolgere personalità deboli e frustrate.

Ma ancora non abbiamo raggiunto l’apice della nostra superbia perché l’AI è ancora agli inizi, non mi sorprenderei se tra qualche anno alcuni temerari si faranno impiantare una AI nella scatola cranica; comunque in alcuni casi non sarebbe un male ad esempio nello stabile in cui vivo vi sono alcuni soggetti che un’innovazione simile potrebbe migliorare i loro rapporti umani.

Quello che traspare sempre più è la mancanza di ideali e di passione per qualcosa di nobile per il quale vale la pena di combattere e sacrificarci. In Italia l’arte nella più ampia accezione della parola è in decadenza e questo è un dato significativo che viene sottovalutato: c’è una sorprendente povertà di contenuti in tutti i settori mentre in America e in Inghilterra l’arte in tutte le sue forme viene coltivata diffusamente con successo.

Avverto ad ogni anno che passa la povertà interiore che sta colpendo gli abitanti di questo Paese: alla solidarietà si è sostituita l’indifferenza che molti esibiscono come un valore corrente per giustificare l’immorale scalata per soddisfare le proprie ambizioni e facili arricchimenti. I poveri, i malati, gli sfruttati sono la testimonianza vivente contro una società proiettata verso il nulla, dove  caste ristrette si circondano di “cose” belle e preziose pagate con la vita e la dignità di altri esseri umani.

L’unico reale patrimonio che possediamo a pieno titolo e che abbiamo il diritto e il dovere di coltivare è la nostra individualità. Solo se si è presenti a noi stessi possiamo accorgerci dell’influenza diretta che esercitiamo sulla nostra storia personale e su quella degli altri attraverso il nostro pensare, sentire e parlare per questo siamo chiamati a combattere le illusioni che ci vengono proposte dai liberticidi che usano la tecnologia e la violenza per impedirci di acquisire la capacità di scegliere liberamente il nostro destino, scegliere il bene o il male, scegliere l’abisso o guardare verso l’infinito con occhi e cuori diversi e accorgerci che l’altro non ci è estraneo.