Martedì scorso, Khin Myo Chit stava correndo verso suo padre mentre era in corso un'irruzione nell'abitazione dei suoi genitori, nella città di Mandalay. Gli agenti di polizia le hanno sparato, uccidendola. Khin Myo Chit aveva 7 anni ed è diventata la vittima più giovane della repressione seguita al colpo di Stato avvenuto in Myanmar lo scorso 1 febbraio.
Secondo Save the Children sarebbero stati più di 20 i bambini finora uccisi dalle forze di sicurezza, mentre il numero totale delle persone uccise durante le proteste oscilla, a seconda delle varie fonti, tra 164 e 261, 2mila, invece, sarebbero le persone finora arrestate.
Secondo quanto riportato dalla BBC, la sorella maggiore di Khin Myo Chit ha detto che gli agenti di polizia martedì pomeriggio avevano perquisito tutte le case nel quartiere di Mandalay dove risiedono, quando alla fine sono entrati nella loro per cercare armi e fare arresti.
"Hanno preso a calci la porta per aprirla", ha detto May Thu Sumaya, 25 anni. "Quando la porta si è aperta, hanno chiesto a mio padre se c'erano altre persone in casa".
Quando ha risposto di no, lo hanno accusato di mentire e hanno iniziato a perquisire la casa. In quel momento Khin Myo Chit ha iniziato a correre per rifugiarsi dal padre ed è stato allora che le hanno sparato. La bambina è morta mezz'ora dopo mentre veniva portata in ospedale. La polizia ha anche picchiato e arrestato il fratello di 19 anni.