Della riforma delle pensioni, cavallo di battaglia del centrodestra grazie al quale Meloni e soci si ritrovano oggi al governo del paese, non ne parla più nessuno, ma proprio nessuno: né il governo, ma neppure l’opposizione, il sindacato e i media.
Tutti tacciono sull’argomento!
Eppure ci sono milioni di italiani che hanno votato questo governo proprio nella speranza di un superamento della Legge Fornero, per poter andare in pensione come i loro colleghi più anziani, ovvero a 65 anni di età – limite massimo di vecchiaia – e con un assegno previdenziale di pari entità agli ultimi stipendi percepiti!
Eppure, ancora oggi, dopo due anni di governo Meloni, ci sono milioni di cittadini italiani che ancora devono capire quali saranno le condizioni che permetteranno loro di accedere alla pensione a partire già dal prossimo anno.
Da Via XX Settembre fanno sapere che i soldi non ci sono per pensionare i lavoratori italiani ad un’età accettabile e con un assegno dignitoso.
Pertanto con questi chiari di luna il ritorno alla legge Fornero appare quanto mai scontato ed inevitabile.
Infatti, qualora non vi fosse spazio per approvare nuove misure in materia previdenziale, le regole introdotte dall’allora governo tecnico di Mario Monti diventerebbero il perno attorno a cui sviluppare tutte le uscite dal mondo del lavoro durante il corso del prossimo anno.
In buona sostanza, le possibilità per ottenere l’assegno previdenziale tornerebbero ad essere due:
- per la cosiddetta pensione di vecchiaia ritornerebbe in vigore il limite di 67 anni di età, con almeno 20 anni di contributi;
- per la pensione di anzianità, invece, si tornerebbe alla soglia minima di 42 anni di contributi, indipendentemente dall’età del lavoratore.
E tutto sommato meglio la Fornero che la Quota 41 caldeggiata da Salvini.
Primo perchè non abbasserebbe la pensione di vecchiaia (per farlo bisognerebbe essere entrati giovanissimi nel mondo del lavoro), secondo perchè con Quota 41 il calcolo del trattamento economico previdenziale verrebbe effettuato tutto col sistema contributivo abbassando ancora di più l’importo mensile della pensione!