In base all'ultimo rapporto, Inail ci ricorda che questa seconda ondata della pandemia da Covid ha avujto sul mondo del lavoro un impatto più devastante della precedente... e non poteva essere altrimenti, visto che aziene e uffici stavolta sono rimasti aperti.

Nell'ultimo report, alla data del 30 novembre sono state denunciate 37.547 infezioni di origine professionale in più rispetto al monitoraggio del mese precedente, di cui 27.788 riferite a novembre e 9.399 a ottobre.

I contagi sul lavoro da Covid-19 denunciati all’Inail alla data del 30 novembre - riporta l'ìistituto nella scheda di presentazione del rapporto -  sono 104.328, pari al 20,9% del complesso delle denunce di infortunio sul lavoro pervenute dall’inizio dell’anno e al 13% dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data.

Rispetto alle 66.781 denunce rilevate alla data del 31 ottobre i casi in più sono 37.547, di cui 27.788 riferiti a novembre e 9.399 a ottobre. La “seconda ondata” delle infezioni da Covid-19 ha avuto un impatto più significativo della prima anche in ambito lavorativo.


Nel bimestre ottobre-novembre, infatti, si rileva il picco dei contagi di origine professionale, con quasi 49mila denunce di infortunio (pari al 47% del totale) rispetto alle circa 46.500 registrate nel bimestre marzo-aprile. Il divario, peraltro, è destinato ad aumentare nella prossima rilevazione per effetto del consolidamento particolarmente influente sull’ultimo mese della serie.

La categoria professionale più colpita è quella dei tecnici della salute, con il 38,6% delle infezioni denunciate, circa l’82% delle quali relative a infermieri, seguita dagli operatori socio-sanitari (18,6%), dai medici (9,5%), dagli operatori socio-assistenziali (7,6%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,7%). I casi mortali tra i sanitari sono il 23,7%, al primo posto infermieri con il 9,3% dei morti e poi i medici con il 6,5%.

Da tenere presente l'Inail non registra i casi di contagio e i decessi dei sanitari non assicurati con Inail (mmg, liberi professionisti, farmacisti e altre categorie.)


L’analisi territoriale conferma che le denunce di infezione ricadono soprattutto nel Nord del Paese: il 50,3% nel Nord-Ovest (il 30,5% in Lombardia), il 21% nel Nord-Est, il 13,7% al Centro, l’11,1% al Sud e il 3,9% nelle Isole, mentre le province con il maggior numero di contagi sono Milano (11,9%), Torino (7,6%). C'è però da aggiungere che nelle province meridionali si registrano i maggiori incrementi.

La maggioranza dei lavoratori contagiati sono donne (69,4%), con un’età media dall’inizio dell’epidemia di 46 anni per entrambi i sessi. Il 42,5% delle denunce riguarda la classe 50-64 anni, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,8%), 18-34 anni (18,8%) e over 64 anni (1,9%).


Per quanto riguarda i decessi, la percentuale del Nord-Ovest sale al 53,8% (il 39,3% in Lombardia), ma rispetto al totale delle denunce si osserva una quota più elevata al Sud, che con il 16,9% dei casi mortali precede il Centro (13,7%), il Nord-Est (12,8%) e le Isole (2,8%). Le province che contano più decessi si confermano essere quelle di Bergamo (11,2%), Milano (8,5%), Brescia (6,8%), Napoli (6,3%), Roma (5,5%) e Cremona (4,9%).

I decessi suddivisi per genere sono concentrati soprattutto tra gli uomini (84,2%) e nella fascia 50-64 anni, con il 71,6% del totale dei casi. Seguono le fasce over 64 anni (18,6%) e 35-49 anni (8,7%), con un’età media dei deceduti di 59 anni.


A questo indirizzo è possibile scaricare il rapporto INAIL per intero:
drive.google.com/file/d/17WEb48m71z_FLPHWncKdrybwe_hdPD-W/view?usp=sharing