Il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, è giunta a Kiev per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky.
La Meloni intende, in questo modo, ribadire il sostegno dell'Italia al Paese est europeo, dilaniato dalla guerra in opposizione all'invasione russa, contraddicendo però la sua alleanza a destra, nella fattispecie di Berlusconi e Forza Italia e una opinione pubblica che non vede di buon occhio il costosissimo approvvigionamento di armi verso l'Ucraina.
La sua visita ha un significato simbolico, visto che arriva ventiquattro ore dopo il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in ottemperanza al motto "meglio tardi che mai!".
Giorgia Meloni appare sempre più inadeguata nel ruolo di premier, sia per la discutibile improvvisazione politica (del tutto inaspettata in una persona così "navigata"), che per le tesi difformi della sua maggioranza in relazione alle problematiche di politica estera.
Si configura la necessità, da parte della Meloni, di una presa di coscienza e di identità. Deve chiarire, ed è un obbligo, se in Europa vuole collaborare con Polonia e Ungheria o se preferisce stare con Francia, Germania e Spagna, dopo che in passato aveva insistito sulla sudditanza di Draghi al diktat europeo e NATO.
Attendiamo, fiduciosi che sia fatta la dovuta chiarezza in proposito.