Politica

La libertà dei servi

Le mie vicende personali mi hanno offerto una “cartina di tornasole” e una ulteriore chiave di lettura per quanto sta accadendo in questo periodo nel nostro Paese soprattutto per le scelte vitali che determineranno il futuro della collettività e che sono state affidate in pessime mani. Sicuramente una buona parte degli eletti del M5S sono stati una “scelta infelice” esponendo al fallimento una interessante esperienza di governo: è stata la fortunata scelta del premier che ha permesso di concretizzare molte riforme importanti che si sono rivelate essenziali per la sopravvivenza delle imprese e dei cittadini all’avvento della pandemia. Ma che il M5S non abbia selezionato con attenzione i suoi candidati me ne sono accorta da un episodio sconcertante: alcuni fuoriusciti dai 5S chiedevano trasparenza sui compensi che Fico e un altro questore dei 5S ricevevano per il ruolo che svolgevano, non avevo mai assistito ad una cosa così pietosa, all’improvviso compariva come un fantasma Fassino che gli rispondeva di andare a leggere il regolamento parlamentare in materia retributiva e che era fuori luogo insinuare che Fico e il questore potessero ricevere compensi extra in nero.  Quelli sono i degni figli di Grillo e mi sono resa conto in che condizioni ha dovuto lavorare l’ex premier.

È comunque nella caduta dei due governi a guida 5S e nella feroce campagna stampa contro il premier Conte che vi sono tutte le risposte relative alla tragica storia del passato e del presente. La nobile colpa dell’ex premier Conte è stata quella di tradurre in leggi dei principi costituzionali che da settant’anni erano stati disattesi da tutte le forze politiche: un’equa redistribuzione delle risorse pubbliche è un sacro principio costituzionale e non una massima comunista; il lavoro è un diritto e non un favore che si deve pagare asservendo la propria libera volontà ad un sistema corrotto che provoca povertà e disonore colpendo l’intera comunità.

Precedentemente, e non per caso, ho scritto alcuni articoli riguardanti la P2 e il periodo eversivo-golpista degli anni 60/70. Le massime istituzioni dello Stato erano direttamente coinvolte nel “piano Solo” curato dal generale dei carabinieri de Lorenzo i cittadini italiani ne furono informati alcuni anni dopo. Poi vi fu l’altro mancato golpe avvenuto tra il 7/8 dicembre 1970 capitanato dal principe nero Borghese che fu dipinto come una “burletta” messa in scena da nostalgici vecchietti quando le cose stavano in ben altri termini. Il tentativo di golpe venne reso noto dal governo italiano tre mesi dopo, il 17 marzo 1971, in quello stesso anno Borghese, destinatario di un ordine di cattura, riparò in esilio in Spagna.

Simili giochetti erano riusciti in Grecia con il regime dei colonelli; la Spagna è stata fino al 20 novembre 1975  (giorno della sua morte) sotto i “tacchi” del generale Franco e così dicasi per il Portogallo dal 1926 al 1975.  In sud America furono portati a termine con successo due colpi di stato in Cile e in Argentina dove vi fu un autentico sterminio sul modello nazista del terzo Reich e del peggior fascismo italiano, dietro a tali tragici eventi vi fu la “longa manus” degli USA.

A questo punto è importante considerare alcuni elementi per avere una corretta chiave di lettura degli eventi che stavano accadendo in quel periodo: gli stretti legami che intercorrevano tra Gelli, capo della P2 , e i vertici delle istituzioni italiane che avevano aderito alla sua loggia massonica (usata dagli americani come copertura per operazioni destabilizzanti e terroristiche )  e la classe militare  golpista argentina, molti “nostalgici fascisti italiani” si recarono in quello sfortunato paese per dare una mano a torturare e ad eliminare i comunisti, queste persone oggi vivono in mezzo a noi e continuano a coltivare l’odio verso la democrazia definendola “infezione comunista”. Tale orrendo “crimine contro l’umanità” fu sottaciuto dalla stampa italiana perché le principali testate erano in mano alla P2.  In quello stesso periodo l’ala radicale “atlantista militare” sorreggeva ed usava la destra sovversiva e allo stesso tempo determinava le scelte politiche che si riverberavano su tutti i settori del paese condizionandoli pesantemente.

Questo è un Paese dove la verità si è presa una lunga vacanza. Non è improprio definire stragi di Stato quelle consumate in quegli anni a danno di inermi cittadini: tutto ebbe inizio con Portella della Ginestra e continuò con piazza Fontana che sfociò nel suicidio/delitto Pinelli e nell’incriminazione di un altro innocente, Pietro Valpreda, che i media linciarono senza pietà distruggendo irreversibilmente la sua vita: nessuno si è sentito in dovere di chiedere scusa a chi era stato usato come capro espiatorio di un così orrendo crimine ma quando si ha la memoria corta allora tutto è più facile ma sussiste l'effetto collaterale certo di ricadere nello stesso orrore.

Quel vigliacco massacro fu l’inizio della "strategia della tensione" durante la quale furono posti in essere indisturbatamente altri numerosi attentati da parte di soggetti della destra eversiva, come la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 (8 morti), la strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e lo scempio della stazione di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti). Questo è stato il frutto avvelenato offerto all’Italia dalla politica estera americana dove la presenza di un forte partito comunista giustificava l’infierire su cittadini inermi la cui colpa era quella di trovarsi disgraziatamente in quel luogo nel momento sbagliato. Ustica ha lo stesso sapore amaro della strategia della tensione se non peggio: un atto di guerra consumato sul nostro territorio in tempo di pace da parte di aerei militari americani e francesi senza chiedere alcuna autorizzazione al governo italiano che ha comportato l’abbattimento di un aereo civile con 81 persone a bordo. Vi è stata la sistematica eliminazione dei testimoni.

La loggia P2 è sopravvissuta ad ogni tentativo di estrometterla dalla vita politica ed economica del Paese – fu sciolta ne 1982 con legge dello Stato – e continua ad operare adeguando la strategia a secondo delle condizioni generali del momento; si spera che Gladio (una struttura militare occulta) sia stata sciolta veramente ma ne dubito. È la nostra Costituzione che vieta organizzazioni occulte di qualsiasi natura figuriamoci quelle che hanno finalità sovversive eppure continuano ad esistere alimentate da quella parte estremamente pericolosa del Paese che non ha perduto né la sua identità né le sue finalità eversive inseguendo il sogno di instaurare un regime autoritario utilizzando risorse pubbliche. A questa matrice appartengono i delitti di Adriano Olivetti e dell’ingegnere Mario Tchou, Enrico Mattei, Moro e Pecorelli, le stragi di Capaci e di via d’Amelio: sono passati decine di anni e non ci sono risposte e mai si troveranno perché i mandanti si trovano in America, Francia e Inghilterra... in Italia troviamo i loro sguatteri seduti nei “palazzi del potere”.

Che ancora persistono intenti eversivi lo si è potuto toccare con mano in occasione delle manifestazioni pacifiche e regolarmente autorizzate dei no global a Genova nel luglio 2001. Con il senno del poi, studiando le percorrenze del corteo e le varie provocazioni da parte delle “forze dell’ordine” che hanno spinto in un imbuto il corteo e lo hanno attaccato, si può concludere che a Genova è stata organizzata un’imboscata a dei cittadini pacifici che volevano dimostrare il loro dissenso alla politica economica liberista che stava mietendo vittime in tutte le parti del mondo e che si concluderà con la tragica fine di un giovane manifestante Carlo Giuliani per mano di un poliziotto che gli sparò ad altezza d’uomo. Inoltre un filmato mostrava un secondo poliziotto con un suo superiore che stava “sistemando” la scena del crimine per depistare le indagini e sollevare da qualsivoglia responsabilità il loro collega. Non soddisfatti della tragica conclusione della giornata, la notte del 21 luglio 2001, tra le ore 22 e mezzanotte, nelle scuole Diaz-Pertini e Pascoli, divenute centro del coordinamento del Genoa Social Forum, guidato da Vittorio Agnoletto, facevano irruzione numerosi agenti della Polizia di Stato con il supporto di alcuni battaglioni dei Carabinieri. Furono fermati 93 attivisti e furono portati in ospedale 61 feriti, dei quali tre in prognosi riservata e uno in coma. Il primo giornalista che entrò nella scuola Diaz fu Gianfranco Botta che scattò e diffuse immediatamente in rete le sue immagini “sputtanando” per tutto il globo i poliziotti e i carabinieri autori di quello scempio: furono rinviati a giudizio 125 poliziotti, compresi dirigenti e capisquadra, quel massacro fu definito dal vicequestore Michelangelo Fournier da “macelleria messicana”. 

Dopo l'attacco alcuni manifestanti, accampati all'interno del centro operativo per passare la notte, finirono in ospedale, mentre altri furono tradotti nella caserma del reparto mobile di Genova Bolzaneto, torturati e umiliati utilizzando una varietà di modalità da far invidia ai nazisti . A questa operazione parteciparono un numero tutt'oggi imprecisato di “pubblici ufficiali”: la Corte di Appello di Genova basandosi sulle informazioni fornite durante il processo dal questore Vincenzo Canterini, lo stimava in circa "346 Poliziotti, oltre a 149 Carabinieri incaricati della "cinturazione degli edifici" visto che dentro avrebbero trovato mafiosi, camorristi, ‘ndranghetisti, delinquenti abituali, pluripregiudicati e anche qualche killer.  Inoltre alcuni “pubblici ufficiali” si erano portati dietro alcune bottiglie Molotov per incolpare di possesso di arma da guerra quegli innocenti . 

Alcuni di loro hanno avuto il coraggio di  rivolgersi alla Corte Europea per i diritti dell’uomo che ha respinto il ricorso di sette agenti condannati dal tribunale italiano: è stato giudicato inammissibile il ricorso di Massimo Nucera che dichiarò di aver ricevuto una coltellata durante il massacro nella scuola Diaz la notte del 21 luglio 2001 e di Maurizio Panzieri che redasse e firmò il verbale che i giudici considerarono un falso in atto pubblico ritenendo l’accoltellamento mai avvenuto. Entrambi sono stati condannati a tre anni e cinque mesi, di cui tre condonati. La Corte europea ha dichiarato inammissibili 5 ricorsi.  

I conseguenti procedimenti penali contro i responsabili delle violenze e di irregolarità e falsi nelle ricostruzioni ufficiali, si sono svolti nei successivi tredici anni, risultando nella maggior parte dei casi conclusi con assoluzioni dovute all'impossibilità di individuare i diretti responsabili delle stesse o per l'intervenuta prescrizione dei reati. I responsabili hanno mantenuto il loro posto di lavoro e continuato le loro carriere. Questa è la faccia del “vecchio” che non vuole morire: la immotivata spedizione punitiva contro inermi cittadini italiani e stranieri alla Diaz traccia il profilo "sinistro” che si annida in quei particolari e delicati settori dello Stato preposti alla sicurezza e alla salvaguardia dei diritti costituzionali e della libertà dei cittadini come le forze dell’ordine e soprattutto i servizi segreti.

E’ palese che chi dirige le operazioni del governo in carica cerca lo scontro sociale, i segnali ci sono tutti: licenziamenti per email e contratti precari che impediscono la maturazione dei diritti dei lavoratori: il potere economico vuole dettare le regole unilateralmente distruggendo sistematicamente quanto è stato costruito dai due governi a guida 5S. Non bisogna dimenticare le recenti tragiche morti di lavoratori che protestavano fuori dalle imprese che volevano imporre condizioni inique: cos’ha fatto la polizia quando dei picchiatori assoldati dagli imprenditori hanno aggredito chi stava protestando pacificamente? Sono stati a guardare! 

Un atto di violenza inaudita contro i cittadini onesti si sta consumando proprio in questi giorni: la riforma della giustizia che si vuole varare in dispregio dei principi elementari di equità rappresenta un affronto per chi sceglie ogni giorno di rispettare le regole del gioco, per coloro che disinteressatamente e per coscienza civile si sono impegnati su vari fronti per arginare lo strapotere dei corrotti e per questo stanno pagano un prezzo altissimo: “dati vivi in pasto ai porci”.

Perché nessuno ha il coraggio di dire la verità sul sistema giudiziario? La giustizia non deve funzionare! La nostra è la libertà riservata ai servi e come tali dobbiamo ringraziare coloro che ci mettono nel piatto i loro resti. Il boccone avvelenato a Conte glielo ha buttato per primo Grillo, non è un caso che l’attuale premier fa sempre una telefonatina al “garante” e a Di Maio ma i giochi si stanno chiudendo e chiudendo male. Concedere un piccolo aumento di tempo per non mandare al macero i processi per mafia e terrorismo e lasciare le modifiche “salva corrotti” è anticostituzionale e un’offesa per le persone oneste sulle spalle delle quali si riverserà il peso di questo sfregio. E’ saltata di fatto la normativa contro i reati ambientali; la tutela ambientale in Italia si basa sulle trivelle, le centrali nucleari, il ponte sullo stretto di Messina, la chiusura delle Acciaierie d’Italia S.p.a. la dislocazione all’estero delle produzioni industriali e l’abbandono delle piccole e medie imprese con tanto di ringraziamenti da parte degli strozzini e della mafia. 

L’autentica memoria “buona” di questo Paese c’è e l’ex premier Conte la deve saper cercare, ha dinanzi a sé un patrimonio di esperienze, conoscenze e di informazioni sulle quali costruire un nuovo Paese, avrà ogni aiuto possibile se saprà guardare con saggezza il grande lavoro fatto in questi anni da sconosciuti che in silenzio e con costanza hanno tamponato autentici disastri. E’ nella fedeltà ai principi e con un autentico e costante impegno quotidiano che si può costruire un futuro alternativo a quello che ci sta proponendo questo governo. 

La “classe politica” attuale rappresenta la faccia deturpata di una società che ha rinunciato alla consapevolezza per vivere nell’illusione di stereotipi consumistici presentati come status symbol: l’aperitivo, le feste di compleanno (in trattoria), il rituale delle cene (con i compagni di merenda), le campagne diffamatorie “porta a porta” contro persone oneste.

Oggi lo stare al di sopra delle regole significa sentirsi dei e fare liberamente quello che più conviene con la conseguenza di far morire di fame milioni di innocenti: respirare quell’aria avvelenata inebria il proprio ego ma distrugge ogni forma di vita visibile e invisibile.

Autore Lucia Pomponi
Categoria Politica
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