Domenica 10 giugno saranno chiamati al voto 7 milioni di elettori in 762 Comuni per il rinnovo dei consigli comunali e la elezione dei sindaci.

Si recheranno alle urne anche gli elettori di sei città con più di 100.000 abitanti (NdR: Ancona, Siracusa, Catania, Messina, Brescia e Vicenza) oltre a Siena e Pisa.

Una tornata elettorale alla quale il M5S si appresta con molte ombre quando non addirittura con la scelta di non scendere in lizza.

In alcuni casi la decisione dei vertici del movimento è emblematica della ambiguità e dello stato confusionale con cui siano gestiti i rapporti con il territorio e con le amministrazioni locali.  

Vicenza, ad esempio, è sicuramente una delle più importanti città del Nord in cui ai cittadini viene chiesto di eleggere il nuovo sindaco ed il consiglio comunale.

Inspiegabilmente qualcuno nottetempo ha preso la decisione, senza motivarla, di non presentare il M5S ed il suo candidato sindaco, l’avv. Francesco Di Bartolo, scelto attraverso la piattaforma Rousseau.

Anche se da settimane attivisti, militanti e sostenitori del movimento si erano impegnati in una intensa campagna elettorale, battendo palmo a palmo il territorio, elettrizzati dal risultato del 4 marzo che aveva visto il M5S balzare al 22,8% a poche lunghezze dalla coalizione di centrosinistra.

Facile immaginare quale e quanta delusione serpeggi ora nella base pentastellata.

Delusione, peraltro, non inferiore a quella dei pentastellati senesi ai quali è stata negata la possibilità di partecipare con la lista M5S al rinnovo del consiglio comunale ed alla elezioni del sindaco.

Una decisione, anche questa, misteriosa ed incomprensibile presa ancora una volta dalla direzione del Movimento senza però motivarla.

Anche a Siena, il 4 marzo, il M5S aveva conseguito un significativo risultato affermandosi con il 19,4% seconda forza politica, subito dopo il PD e distanziando alla grande Lega, FI, FdI e LeU.

Ma i misteri a cinque stelle non si fermano qui, anzi il caso che segue è forse quello che potrebbe generare maggiori imbarazzi e destare molti sospetti sugli inconfessabili sottintesi di queste decisioni.

Siamo a Messina dove il 4 marzo il M5S con il 44,8% è risultata la prima forza politica, più che doppiando FI e lasciando lontanissima al 5,3% la Lega.

Ebbene, per il rinnovo del consiglio comunale e la elezione del sindaco di Messina la Lega si è dichiarata pronta a sostenere direttamente il candidato pentastellato Gaetano Sciacca.

Un sostegno a dir poco sorprendente ed imbarazzante dal momento che nella città dello stretto si presenterà comunque la coalizione di centrodestra con FI, FdI e NcI-UDC.

Un sostegno che suggerisce alcune domande.

Tra Di Maio e Salvini si è avviato, forse, un percorso di reciproche compiacenze che già vedono, ad esempio, la Lega sostenere il M5S a Messina, ed il M5S non presentarsi a Vicenza per lasciare campo libero alla Lega?

Come pensa, Di Maio, di gestire la delusione di attivisti, militanti ed elettori pentastellati a Vicenza, Siena, Pisa ed in tutti i Comuni dove per la logica della desistenza il M5S sarà solo spettatore?

Quali le possibili conseguenze sull’eventuale ritorno alle urne per le elezioni politiche?