Salvini attacca (di nuovo) l'Ue, Moscovici risponde, Tria e Conte frenano
«All'Europa chiediamo rispetto per un'Italia che vuole tornare a crescere, costruire e investire. Tagli, tasse, austerità e precarietà hanno impoverito il Paese e fatto esplodere il debito (+ 650 miliardi in dieci anni), noi vogliamo liberare risorse, soldi, energie e lavoro».
Così Matteo Salvini in un video su Facebook in cui se la prende, tanto per cambiare, con la Commissione europea che, a suo dire, non avrebbe titolo nel giudicare l'operato del Governo in relazione alla procedura d'infrazione sul debito, per il fatto che è in scadenza e che verrà rinnovata a seguito delle elezioni di maggio.
Da capire se Salvini non sia in grado d'intendere o di volere oppure se si limiti al fatto che ritenga tali (e questo è più probabile) coloro a cui si rivolge. Infatti, la Commissione, che deve valutare bilanci e operato dei vari Stati appartenenti all'Unione, agisce da arbitro nei confronti dei vari Paesi, oltretutto indicando solo il possibile "fallo". Solo il Consiglio europeo decide o meno se comminare la sanzione.
Ed il Consiglio europeo, formato da premier e capi di Stato dei vari Paesi dell'Ue, non ha nulla a che fare con il risultato delle elezioni europee.
In ogni caso, il commissario europeo agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, ha risposto indirettamente a Salvini, auspicando una via decisionale la più possibile veloce in relazione ai vari passi per attivare la procedura per debito eccessivo nei riguardi dell'Italia: «Noi – ha detto Moscovici – restiamo impegnati a una applicazione intelligente e flessibile delle regole di bilancio perché questo è il modo in cui attuiamo il nostro mandato, ma nessuno deve dubitare del fatto che applicheremo queste regole, se i criteri non sono soddisfatti. Ora chiaramente la palla è nel campo italiano, abbiamo bisogno di vedere un percorso credibile per il 2019 e il 2020. Restiamo pronti a prendere in considerazione eventuali nuovi elementi che l'Italia potrà presentare, ma non perdiamo tempo».
In rappresentanza dei "responsabili", messi da Mattarella ad argine degli "arruffapopolo" presenti nel Governo del cambiamento, si è espresso sulla questione il ministro dell'economia Tria, affermando senza mezzi termini che «dobbiamo evitare in tutti i modi la procedura d'infrazione che farebbe sicuramente male all'Italia, ma può fare male all'Europa. Dobbiamo arrivare assolutamente a un compromesso, con una trattativa e un dialogo costruttivo. È nell'interesse dell'Italia ma anche dell'Europa».
Sulla stessa linea il premier Conte che in un forum all'Ansa ha dichiarato: «Ho pressoché ormai preparato una bozza di lettera che rivolgerò alle istituzioni europee, che diventerà pubblica e sarà l'occasione per ribadire come da un lato vogliamo rispettare il patto di stabilità e crescita e riteniamo che la manovra sia in linea, ma dall'altro lato non vogliamo rinunciare a offrire un contributo critico alle regole Ue. È il momento di affrontare e aggiornare le regole europee».