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Super League: la lega dei super ricchi è anche quella dei super disperati

Per descrivere il progetto della Super League, in fondo, non bisogna arrampicarsi sugli specchi. I club che si sono definiti soci fondatori hanno aderito perché - chi più, chi meno - ha grossi problemi finanziari creati dalla pandemia. I debiti pregressi, già esistenti prima della Covid, per alcuni di quei club sono diventati insostenibili perché non [ venuto a mancare il flusso di cassa rappresentato dalla vendita di abbonamenti, biglietti, merchandising pre-gara, sponsorizzazioni...

Club come lo United, in una singola stagione, con i soli ricavi dello stadio fatturano quanto una squadra di calcio italiana medio/grande. 

Quindi, come si può facilmente immaginare, la possibilità di inventarsi un proprio campionato finanziato fin da subito con 3,5 miliardi di euro e dove in futuro ti saranno sempre garantiti dei soldi qualunque sia il rendimento della tua squadra è una tentazione che per i proprietari dei 12 club fondatori della Super League è apparsa irrinunciabile.

Non è stato ben specificato perché JP Morgan, non un istituto di beneficienza, debba dare 3,5 miliardi di euro a 12 squadre di calcio di cui alcune sull'orlo del fallimento. Si può ipotizzare che, a fronte di garanzie che non sono state però comunicate, la banca d'affari abbia a sua volta firmato un documento che i club della Super League potranno presentare alle loro banche di fiducia per ottenere fin da subito qualche centinaio di milioni che rappresentano l'ossigeno necessario per tirare a campare e pagare i lautissimi stipendi con cui hanno strappato i loro calciatori alla concorrenza.

Ma i 3,5 miliardi chi dovrebbe finire per tirarli fuori? Le aziende che acquisteranno i diritti tv della Super League venduti con cadenza triennale. 

Le 12 squadre di Serie A, Liga e Premier League appartengono alle rispettive leghe che a loro volta fanno parte di federazioni che a loro volta dipendono in Europa dalla Uefa che a sua volta dipende dalla Fifa... Insomma, se sono diventate quelle che sono è anche grazie al fatto che hanno potuto crescere grazie ad un sistema che adesso dicono di non riconoscere.

E tanta è l'arroganza dei soci fondatori della Super League che pensano anche di poter decidere loro per quanto tempo ancora giocare negli attuali tornei europei, aggiungendo anche di voler continuare a giocare nei campionati nazionali... dove le altre squadre concorrenti non potrebbero avere i loro stessi benefici finanziari.

Un problema che però ha spiegato il nuovo capo della Super League, il presidente del Real Madrid, Florentino Perez, dicendo che le altre squadre dei vari campionati di calcio verranno ricompensate con l'acquisto dei loro giocatori. In pratica, tanto per fare un esempio, Lazio, Roma e Napoli dovranno accontentarsi (e ringraziare) di diventare il vivaio di Inter, Milan e Juventus.

La soluzione, però, potrebbe essere anche diversa da quella ipotizzata da Perez (e Agnelli). Semplicemente, i 12 club che vogliono partecipare alla Super League non faranno più parte della Uefa e non parteciperanno più ai campionati nazionali ed i loro giocatori non faranno più parte delle nazionali di calcio. 

In questo modo Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester United, Manchester City, Tottenham, Atlético Madrid, Barcellona, Real Madrid, Inter, Juventus e Milan potranno giocare fra di loro fino alla noia, liberamente,  senza condizionamenti... persino cambiando le regole del calcio. Chi glielo vieta? 

Quei disperati, travestiti da grandi manager con la puzza al naso, pensano di poter gestire a loro piacimento le altre squadre di calcio, i tifosi, i calciatori e i dirigenti delle varie federazioni... considerati tutti marionette ai loro ordini.

Se la risposta a tanta arroganza non sarà decisa e durissima, allora c'è il rischio reale che il calcio, almeno in Europa, possa finire... anche perché si basa sui tifosi. E fare il tifo per una squadra che dovrà giocare per fare da vivaio al Real Madrid non ha senso. 

Dopo le parole di ieri del presidente della Fifa, Aleksander Ceferin (durissimo contro Woodward, Agnelli, Gazidis e Lopez), oggi arrivano anche le dichiarazioni del presidente della Fifa, Gianni Infantino, al Congresso della UEFA in corso di svolgimento a Montreux, che fanno ben sperare:

«Voglio essere estremamente chiaro: la FIFA è una organizzazione costruita sui valori, i veri valori dello sport.Come FIFA non possiamo che fortemente condannare la creazione di una Superlega, che è un qualcosa di chiuso, che è una fuga dalle attuali istituzioni calcistiche. Non c’è nessun dubbio che la FIFA disapprovi questo progetto.Se alcuni "eletti" scelgono di andare per la loro strada, devono pagare le conseguenze delle proprie scelte. Sono responsabili delle loro scelte. Concretamente vuol dire, siete dentro o siete fuori, non si può stare a metà. Pensateci bene, tutti devono pensarci.C’è molto da buttare via per perseguire un gioco finanziario a breve termine di qualcuno. Le persone devono pensare davvero attentamente, devono assumersi le proprie responsabilità».

Autore Mauro Sartini
Categoria Sport
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