Sono iniziate le provocazioni degli estremisti al governo in Israele... e le uccisioni nei Territori occupati
Itamar Ben Gvir è il ministro della sicurezza nazionale del neo governo Netanyahu. Come primo atto ufficiale da ministro martedì si è recato presso la spianata delle moschee, per gli ebrei il Monte del Tempio, dove sorge la moschea di al-Aqsa. È un luogo conteso, oltre che dal punto di vista territoriale anche dal punto di vista religioso, da ebrei e musulmani e l'accesso è regolato da un rigido protocollo. La visita di Ben Gvir, protetto da un ben nutrito cordone di poliziotti e militari, è da intendersi come una provocazione nei confronti dei palestinesi, rafforzata dalle precedenti dichiarazioni del neo ministro che ha più volte detto di voler modificare le regole che finora hanno consentito l'acceso e il culto al sito.
Prima della visita, Ben Gvir ha incontrato il premier Netanyahu, il capo dello Shin Bet Ronen Bar, il commissario di polizia Kobi Shabtai e il comandante del distretto di Gerusalemme, per dare così l'imprimatur di ufficialità al gesto, coinvolgendo governo e forze di sicurezza.
La reazione da parte palestinese, ovviamente, non si è fatta attendere. E mentre Ramallah commenta la visita come una provocazione senza precedenti e una pericolosa escalation del conflitto, Hamas, da Gaza, l'ha definito un "crimine" e ha promesso che il sito "rimarrà palestinese, arabo, islamico".
Ma il fatto più grave di giornata è l'uccisione di un ragazzino palestinese di 15 anni da parte delle forze israeliane durante un raid nel campo profughi di al-Dheisha, a sud di Betlemme, in Cisgiordania.
Adam Ayyad, questo il suo nome, è stato colpito in pieno petto da un proiettile e portato all'ospedale di Beit Jala, dove è stato accertato il suo decesso. Nella stessa occasione, un altro minorenne è stato ferito ad una mano.
Le forze israeliane hanno fatto irruzione nel campo e hanno iniziato a perquisire le case dei palestinesi, provocando scontri, durante i quali i soldati hanno sparato proiettili veri, oltre a quelli rivestiti di gomma, lanciando granate assordanti e lacrimogeni.
Con l'uccisione di Adam Ayyad, il numero di palestinesi uccisi dalle forze israeliane dall'inizio del 2023 è salito a tre.
Ieri l'esercito israeliano aveva ucciso Mohammad Samer Houshieh, 22 anni, e Fouad Mahmoud Abed, 25 anni, durante un raid nella città di Kafr Dan, un villaggio distante un decina di chilometri a nord-ovest di Jenin.