Cultura e Spettacolo

Gli eventi organizzati dalla Cineteca Nazionale in occasione dell'11.ma edizione de La Festa del Cinema di Roma

La Cineteca Nazionale è uno tra i maggiori archivi cinematografici europei, con oltre 120.000 pellicole, che comprende tra l'altro anche il patrimonio dell'Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa di Ivrea.

In occasione dell’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si svolge dal 13 al 23 ottobre 2016 presso l’Auditorium Parco della Musica e che vede Tom Hanks sul tappeto rosso della serata d'apertura, la Cineteca Nazionale ha organizzato una serie di eventi, riportati di seguito, che accompagnano la manifestazione nel suo svolgimento.

 

FUMO DI LONDRA 
sabato 15 ottobre ore 16.30 Casa del Cinema

Il restauro digitale di Fumo di Londra è promosso da: CSC-Cineteca Nazionale, Fondazione Museo Alberto Sordi e dal laboratorio Augustus Color di Roma. Nel cinquantenario dell'uscita, è stata ripristinata la versione originale integrale, a partire dalla digitalizzazione di materiali conservati dalla Cineteca Nazionale.

 

THE WORLD OF GILBERT AND GEORGE
17 ottobre - 19:30 proiezione del film MAXXI
18 ottobre - 16:00 red carpet Auditorium + incontro con Gilbert & George + replica "The World of Gilbert & George" - Sala Petrassi

Evento a cura di Mario Codognato e Alessandra Mammì. Restauro a cura di CSC-Cineteca Nazionale  in collaborazione con Milestone Film & Video.
Per tale evento si proietterà  e solo alla sala Petrassi anche un fuori scena della durata di poco più di un minuto sulle prove luci di G & G sul set dell’omonimo film.

 

Retrospettiva al Cinema Trevi 16-23 ottobre:
Festa del Cinema di Roma: Gli anni delle immagini perdute. Il cinema di Valerio Zurlini

«Se alla fine degli anni ’50, in Francia, i giovani hitchcock-hawksiani dei “Cahiers du Cinéma” si muovono con lo sguardo frontalmente rivolto in avanti verso un cinema futuro, nel cinema italiano questa produttiva soluzione di continuità si rivela impossibile. Valerio Zurlini, e con lui tutta una leva di cineasti […], si trova a doversi misurare direttamente con i predecessori immediati ancora nel pieno della loro maturità creativa: e liberarsi dei fratelli maggiori è un’operazione indubbiamente più complessa che sbarazzarsi del “cinema di papà”. Ne deriva, almeno nelle opere migliori, una modernità meno appariscente di quella rappresentata nel cinema italiano dalla generazione successiva dei Bellocchio e dei Bertolucci e, nel cinema in generale, dalla coeva generazione della Nouvelle Vague. Dunque un cinema che muove verso il futuro tenendo lo sguardo fisso al passato: definizione cui Valerio Zurlini corrisponde perfettamente, sia nelle opere successivamente realizzate, sia nell’acuta consapevolezza teorica che sviluppa nelle riflessioni sul mestiere di regista. Nasce probabilmente da qui la “riscoperta” recente di film come Cronaca familiare, Estate violenta, La prima notte di quiete, che appaiono ai nostri giorni, in quello che è il loro “futuro”, di una sorprendente modernità, opere a noi talmente contemporanee da non meravigliare come abbiano potuto essere sottovalutate all’epoca della loro uscita» (Sergio Toffetti).

La retrospettiva è curata da Mario Sesti (Festa del Cinema di Roma) e da Domenico Monetti (Cineteca Nazionale). In occasione della retrospettiva, la Fondazione Cinema per Roma pubblica il volume, a cura di Mario Sesti, Valerio Zurlini.
Per la proiezione del film Le soldatesse si ringraziano Lanterna editrice e Minerva Pictures.

 

Domenica 16

ore 17.00 - Racconto del quartiere di Valerio Zurlini (1950, 11’)
a seguire Il blues della domenica di Valerio Zurlini (1951, 13’)
a seguire Il mercato delle facce di Valerio Zurlini (1952, 12’)
a seguire Pugilatori di Valerio Zurlini (1952, 11’)
a seguire La stazione di Valerio Zurlini (1952, 11’)
a seguire Serenata da un soldo di Valerio Zurlini (1953, 12’)
a seguire Soldati in città di Valerio Zurlini (1953, 10’)
ore 18.30 Le ragazze di San Frediano di Valerio Zurlini (1954, 90’)
ore 20.30 Estate violenta di Valerio Zurlini (1959, 98’)

 

Martedì 18

ore 17.00 La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini (1960, 121’)
Amore impossibile tra Aida, una ballerina dal passato burrascoso e Lorenzo, uno studente timido, serio, di buona famiglia. «La ragazza con la valigia è nato da un incontro. Un giorno, a Milano [...] ho incontrato una strana persona, oggi divenuta piuttosto celebre, con cui dovevo girare un filmetto pubblicitario per una marca di automobili. Per due giorni siamo stati insieme per girare il film, e la ragazza, che all’epoca faceva l’indossatrice, mi ha raccontato molte cose della sua vita: si trattava davvero del personaggio di Aida. Quando ho scritto la sceneggiatura, non ho fatto altro che ricordarmi di quello che mi aveva raccontato, di tutte quelle cose tanto tenere, commoventi, buffe talvolta, e così mi sono ritrovato già con un personaggio che viveva di vita autonoma. È bastato accompagnarla con un ragazzo ricordandomi un po’ dei miei sedici anni, poi facendo astrazione da me e guardando il personaggio maschile dal di fuori, per avere quella strana coppia che comincia subito a funzionare perfettamente e continua a funzionare fino alla fine del film. Erano due personaggi stranamente assortiti, appartenenti a mondi differenti, due solitari che esprimono nel loro incontro la volontà di aiutarsi reciprocamente» (Zurlini).

ore 19.30 Cronaca familiare di Valerio Zurlini (1962, 122’)
Enrico, giovane giornalista di un giornale romano, riceve l’annuncio della morte del fratello minore Dino. Folgorato dal dolore ripercorre con la memoria il proprio passato, e rivive la sua tormentata “cronaca familiare”, sotto forma di un commosso colloquio col fratello. «Cronaca familiare avrebbe dovuto essere il mio primo film. Sono andato a trovare Pratolini per conoscerlo dopo aver letto Cronaca familiare, un libro che mi aveva colpito in modo incredibile. Così cominciò l’amicizia con Pratolini e nacque l’idea un po’ folle – eravamo nel 1952 – di girare Cronaca familiare a colori. Se il film si fosse fatto all’epoca, saremmo stati su posizioni di totale avanguardia. Quando mi proposero di riprendere il progetto, diversi anni dopo, accettai perché è evidente che Cronaca familiare non era affatto invecchiato. [...] In Cronaca familiare ho volutamente abolito i movimenti di macchina, la composizione talvolta un po’ elaborata delle mie inquadrature, ho ridotto al minimo i costumi, l’evocazione storica viene data da qualche simbolo, ho puntato tutto sulla “staticità”, sui dialoghi, sulle battute molto lunghe di tono letterario, ho creduto in un film apparentemente senza storia. [...] Mi sembrava che nel libro mancassero delle pagine e chiesi a Pratolini di scriverle. Pratolini riconobbe l’effettiva mancanza di queste pagine, spiegandomene il motivo, ed accettò di scrivere qualcosa per raccontare simbolicamente quello che poteva essere stata l’opposizione tra lui e suo fratello. Di fatto, esistono nel film due sequenze che nel libro non ci sono, ma sono comunque anch’esse di Pratolini» (Zurlini).
Il restauro del film, concluso nel 2005, è stato realizzato dalla Cineteca Nazionale con la supervisione di Giuseppe Rotunno, direttore della fotografia del film.

 

Mercoledì 19

ore 17.00 Le soldatesse di Valerio Zurlini (1965, 120’)
Fronte greco, 1942. Il tenente di fanteria Gaetano Martino viene incaricato di scortare un gruppo di prostitute destinate alle sedi militari. Dapprima offeso nella sua dignità di combattente, il giovane tenente sviluppa gradualmente un senso di solidarietà nei confronti di quella povera umanità degradata e si rende conto che molte di quelle donne hanno scelto il “mestiere” spinte dalla miseria e dalla fame. «Credo che l’interesse dei produttori per il progetto derivasse dal carattere un po’ paradossale del soggetto: un giovane ufficiale italiano deve condurre a destinazione non un plotone di soldati ma un gruppo di prostitute. Fu Morris Ergas a chiamarmi perché mi occupassi del film, circa un anno prima delle riprese. Presi conoscenza della sceneggiatura scritta da Piero De Bernardi e Leo Benvenuti, una sceneggiatura che mi pareva molto affascinante per certi aspetti [...]. In fondo, la sceneggiatura partiva da una chiave di natura intimista: poco a poco l’ufficiale, nel corso del viaggio lungo e avventuroso, finiva per considerare quelle quindici povere ragazze che si prostituivano per miseria, come dei veri soldati del suo plotone. Mi pareva che la nascita di un rapporto così intenso all’epoca dell’occupazione italiana in Grecia costituisse un tema assai stimolante [...]. Alla fine della guerra gli italiani sono stati abilissimi a far cadere tutte le responsabilità su Mussolini e sui tedeschi.
Copia proveniente dall’Istituto Luce Cinecittà

ore 19.30 Come, quando, perché di Antonio Pietrangeli (1968, 103’)
«Paola, moglie di Marco, conosce Alberto durante un ricevimento. Lui la corteggia senza risultati e lei per troncare quel rapporto che non vuole parte in anticipo per le vacanze. Raggiunta da Alberto la donna gli cede ed instaura con lui una relazione che si protrae anche dopo il ritorno in città» (Poppi/Pecorari). «ll 12 luglio 1968 mentre sta girando il film, Pietrangeli affoga nel mare di Gaeta. Completato e montato da Valerio Zurlini, Come, quando, perché esce un anno dopo, senza la firma di Pietrangeli.

ore 21.30 Seduto alla sua destra di Valerio Zurlini (1968, 93’)
«Non parlerei di metafora evangelica sulla violenza. Non gli darei questa importanza. Io vedo il film sotto un altro aspetto: direi che è un piccolo apologo sulla grazia, e nient’altro. Di conseguenza il film si pone su un terreno di racconto simbolico. Ci sono dei perseguitati e dei persecutori. Che non si identificano né con Lumumba né con i mercenari. Improvvisamente un piccolo delinquente – che è poi il ladrone che alla sinistra di Cristo sulla croce dirà “Ricordati di me quando sarai nel tuo regno” – incontra un uomo dotato di una grande luce spirituale. Toccato dalla grazia, gli chiede di ricordarsi di lui. Non ho preteso di fare Vangelo ’70, né di fare un rapporto storico e religioso sul nostro tempo. Ho semplicemente raccontato come la grazia possa arrivare in qualsiasi posto, in qualsiasi momento, attraverso qualsiasi sbaglio» (Zurlini).
Copia proveniente dall’Istituto Luce Cinecittà

 

Giovedì 20

ore 17.00 La promessa di Valerio Zurlini (1970, 143’)
«Preceduta da una breve ripresa dalla versione teatrale del 1968, l'unica regia tv di Zurlini, essenziale per il suo cinema. Giannini anticipa il suo personaggio de La prima notte di quiete in questo film elettronico che si conclude con una delle uscite di campo più radicali di tutto il cinema» (Germani).
Copia ritrovata da Fuori orario nell’archivio Rai.

ore 20.00 La prima notte di quiete di Valerio Zurlini (1972, 132’)
Daniele, un insegnante quasi quarantenne senza radici, trova un incarico di supplente in un liceo di Rimini. Entrato nel giro notturno di alcuni mediocri “vitelloni” locali, è attratto dalla sua allieva Vanina, già a sua volta legata da un arido rapporto senza amore con uno di loro, il cinico Gerardo.

 

Venerdì 21

ore 17.00 Il deserto dei tartari di Valerio Zurlini (1976, 150’)
Il ventenne tenente di fresca nomina Drogo viene assegnato, forse per errore, alla fortezza Bastiani, ultimo baluardo posto ai confini dell’impero prima del deserto anticamente popolato dai Tartari. Nella postazione avanzata, tutti aspettano con ansia l’eventuale arrivo dei nemici come riscatto dall’opprimente grigiore della vita di guarnigione. «Il primo a voler girare Il deserto dei Tartari è stato Antonioni, poi Vittorio Gassman, Mauro Morassi, Franco Brusati... Insomma, è un progetto che ha interessato un po’ tutti i cineasti italiani. Quasi una chimera, un film impossibile.» (Zurlini).

ore 20.30 Gli anni delle immagini perdute di Alfredo Conti (2012, 90’)
Gli anni delle immagini perdute delinea il ritratto umano e artistico di Valerio Zurlini, scomparso il 26 ottobre 1982, poche settimane dopo aver partecipato come giurato al 50° Festival del Cinema di Venezia. Zurlini sapeva di essere malato e aveva dedicato gli ultimi mesi di vita alla scrittura del proprio testamento spirituale, che uscirà postumo col titolo Gli anni delle immagini perdute. Un bilancio esistenziale spietato, il racconto di un mondo che cambia in modo irreversibile, un appello struggente in difesa del cinema d’autore. Come nel libro così in questo film Zurlini racconta se stesso in prima persona. Secondo uno studiato “disordine” cronologico il regista ripercorre gli episodi più importanti della propria vita, indica le ragioni del suo cinema, ricorda gli artisti che l’hanno formato. Soprattutto Zurlini denuncia le “immagini perdute”, i tanti film cioè che egli scrisse e preparò senza riuscire a portarli a compimento. Tra il 1962 (anno del Leone d’oro per Cronaca familiare ) e il 1982 Zurlini gira solo quattro film, mentre decine sono i progetti che rimangono sulla carta. Gli anni delle immagini perdute torna nei luoghi in cui Zurlini amava ritirarsi a vivere, raccoglie le testimonianze di amici e collaboratori, ripropone il repertorio di interviste e conversazioni, nel tentativo di capire le cause di questo forzato e fatale “silenzio” produttivo.

 

Sabato 22

ore 17.00 Le ragazze di San Frediano di Valerio Zurlini (1954, 90’) (replica)
ore 18.45 La prima notte di quiete di Valerio Zurlini (1972, 132’) (replica)             
ore 21.15 Cronaca familiare di Valerio Zurlini (1962, 122’) (replica)

 

Domenica 23

ore 17.00 Estate violenta di Valerio Zurlini (1959, 98’) (replica)
ore 18.45 La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini (1960, 121’) (replica)
ore 21.00 Il deserto dei tartari di Valerio Zurlini (1976, 150’) (replica)

 

Autore Egidio Marinozzi
Categoria Cultura e Spettacolo
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