Trump e l'Operazione a tutta birra per un vaccino anti Covid entro fine anno
Il Progetto Manhattan è il programma di ricerca e sviluppo che durante la seconda guerra mondiale portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche e da venerdì scorso è divenuto per Donald Trump il termine di raffronto della cosiddeta "Operation Warp Speed".
Che cos'è? Il presidente Usa lo ha spiegato nella conferenza stampa di ieri tenuta nel Rose Garden della Casa Bianca: un enorme sforzo scientifico, industriale e logistico per riuscire a sviluppare un vaccino anti Covid entro la fine del 2020.
Operation Warp Speed, in pratica "Operazione a tutta birra", è una partnership tra il governo e il settore privato (farmaceutico), per riuscire a scoprire e distribuire un vaccino che possa combattere l'attuale pandemia nel più breve tempo possibile.
A guidare l'operazione sarà Moncef Slaoui, ex direttore della divisione vaccini di GlaxoSmithKline, che sarà affiancato dal generale Gustave Perna, che è a capo dell'U.S. Army Materiel Command (AMC), che si occupa di rifornire equipaggiamenti e armamenti alle forze armate americane.
Slaoui, che ha parlato ieri dopo Trump nella stesa conferenza stampa, ha detto di essere "fiducioso" che entro la fine dell'anno verranno consegnate "alcune centinaia di milioni di dosi di vaccino".
L'Operazione a tutta birra appare però l'ennesima trovata pubblicitaria di Trump che, ogni giorno che passa, appare sempre più interessato a trovare non delle soluzioni per salvaguardare la salute degli americani, quanto delle strategie per vender loro fumo in funzione delle elezioni presidenziali del prossimo novembre.
Medici che si occupano di infettivologia hanno dichiarato che lo sviluppo di un vaccino può richiedere molti anni e che la possibilità di averne uno da utilizzare contro la Covid per il prossimo anno - secondo alcuni non prima del terzo trimestre, considerando anche la disponibilità di un numero significativo di dosi - sarebbe già un ottimo risultato.
Che il modo di gestire l'epidemia da parte di Trump sia orientato all'esclusiva ricerca del consenso, lo dimostra il fatto che da parte del Governo federale non viene fatto nulla di concreto per limitare il contagio, come fa intendere un articolo dell'AP, in cui si descrive come il tracciamento dei contagiati vanga lasciato gestire alle autorità sanitarie dei singoli Stati, senza direttive e linee guida da parte di Washington ed un coordinamento a livello dell'intero Paese.
Ed esplicativa delle sue reali intenzioni è stata, da parte di Trump l'affermazione con cui ieri ha terminato di illustrare l'Operazione Warp Speed: vaccino o non vaccino gli Stati Uniti riapriranno... comunque.
Probabilmente, una volta che è stato rieletto, Trump confida che con il passare dei mesi gli Stati Uniti abbiano avuto un così alto numero di contagiati, non inferiore comunque al 50% (soglia minima) della popolazione, tale da poter ottenere la cosiddetta immunità di gregge, cioè una forma di protezione indiretta al virus che finisce per fornire una tutela anche agli individui che non ne hanno sviluppato direttamente l'immunità tramite anticorpi.
Il guaio però, è che già adesso, con quasi 1,5 milioni di contagiati, gli Usa hanno registrato oltre 88mila morti. Quanti americani dovranno ancora morire in conseguenza delle necessità propagandistiche ed elettorali di Donald Trump?