"Ascoltando la lettura del dispositivo ho pensato a tutti quei ragazzi che sono da soli o non hanno la forza di denunciare. So che non è facile affrontare questo percorso. ... Mi affidai a quello che allora era un giovane seminarista, confidando non solo le mie perplessità sul mio possibile orientamento sessuale, ma anche la vocazione che in quegli anni sentivo forte in me. Invece di risposte e sostegno, però, arrivò altro. Mi ritrovai a subire un approccio sessuale da questo seminarista poi diventato sacerdote, che nel tempo ha sempre fatto leva sulla mia condizione di isolamento all'interno della comunità parrocchiale".
Così Antonio Messina, all'epoca dei fatti appena 16enne, ha commentato la condanna a 4 anni e 6 mesi inflitta a don Giuseppe Rugolo, che lui stesso denunciò nel 2020, facendo partire un'inchiesta che nella primavera del 2021 portò all'arresto del sacerdote.
"Gli abusi iniziarono nel 2009 e andarono avanti sino al 2013 - ha poi detto l'avvocato Eleanna Parasiliti, proseguendo il racconto del suo assistito -. All'epoca Antonio frequentava la parrocchia di San Giovanni Battista ad Enna. Don Rugolo ha approfittato della condizione di grande fragilità di un adolescente, di uno stato di profondo turbamento, veicolando il messaggio che determinati comportamenti fossero corretti"."Mi auguro che questa sentenza possa aprire le porte a un cambio di rotta nelle denunce", ha infine dichiarato Messina,"... che possa dare coraggio e speranza a tante altre vittime ancora in silenzio. Io, finalmente, ho ottenuto giustizia, l'ho avuta dopo anni e nonostante diversi tentativi di condizionare l'esito del processo".
Fonte: Adnkronos