Italia 5 Stelle, la festa del movimento, quest'anno si svolge a Napoli negli spazi della Mostra d’Oltremare e dell’Arena Flegrea.

L'evento che celebra i 10 anni del Movimento è anche l'evento che ne annuncia la trasformazione in quello che, presumibilmente, prima o poi diventerà un partito, anche se continuasse a chiamarsi movimento.

"Questi siamo noi. Nulla è impossibile. Lo ripetiamo da 10 anni. Grazie a tutti voi, che non avete mai mollato di un centimetro. Tutti i risultati che abbiamo raggiunto sono il frutto di ogni singolo momento che abbiamo dedicato al nostro Paese in questi 10 anni."

Così Luigi Di Maio festeggiava su Facebook il funerale del movimento 1.0, movimento di opposizione, con il movimento 2.0, movimento di governo. Ma questo era accaduto già lo scorso anno, direte voi!

Sì è vero. Ma lo scorso anno il movimento governava cercando anche di fare allo stesso tempo opposizione. Quest'anno ha iniziato a governare con la consapevolezza che l'opposizione si può fare quando il potere ce l'ha qualcun'altro. Una "normalizzazione", o se si preferisce una "fase di crescita", che non è stata gradita da una parte dei grillini storici, oltretutto simpatizzanti di destra.

Quindi, se Giuseppe (nel senso di Conte) poteva dirsi entusiasta del modo con cui è stato accolto dai grillini intervenuti a Napoli, e se soddisfatti di quello che il movimento sta facendo, oltre a Luigi, erano anche Beppe (Grillo), Davide (Casaleggio) e Roberto (Fico), non si può non rilevare il silenzio di uno che in passato si è sempre "impegnato tanto" per i 5 Stelle, come Alessandro Di Battista... per non parlare dei separati in casa come Gianluigi Paragone.

E che i 5 Stelle stiano diventando un partito, lo dimostrano non solo le "correnti" che si sono formate al suo interno, ma anche lo stesso annuncio fatto da Di Maio: "Il Movimento 5 Stelle si darà un’organizzazione: si passa da un modello con un solo capo politico, ad un modello in cui ci saranno 80-90 persone che gestiranno il Movimento in tutta Italia.

Da quando siamo al governo – ha aggiunto – abbiamo bisogno di un’organizzazione, di ruoli di responsabilità", concludendo di essere d'accordo con Fico su questo punto.

E che i 5 Stelle diventino un partito potrebbe finire anche per essere la loro salvezza. Come dimostra Forza Italia, il partito basato sulla figura del "lider maximo" funziona finché il lider è vivo, gode di ottima salute e continua a non stancare gli elettori.

Però quando il "lider", qualunque sia il motivo, inizia ad essere percepito come bollito, così anche il suo partito finisce per stancare. Forza Italia ne è l'esempio. Renzi, dopo aver distrutto il Pd come partito, non potendo diventarne nuovamente il capo, si è creato un altro partito su misura. Salvini ha trasformato il partito Lega Nord in un patito personale. Quando la gente finirà per stancarsi anche di lui, la Lega tornerà ad essere il partito del nord.

I 5 Stelle, da movimento di Grillo prima e di Di Maio adesso, possono cogliere l'occasione per perdere la connotazione personalistica avuta finora. Sarebbe un ulteriore passo verso la normalità che qualcuno potrebbe interpretare come normalizzazione in senso dispregiativo. Ma in tempi come quelli attuali, dove la normalità è rappresentata dall'anormalità, diventare normali sarebbe quasi sorprendente.

Se poi, addirittura, il movimento si accorgesse pure che le idee si basano sempre su delle ideologie ormai consolidate da un ben consolidato pensiero politico ed economico e che non è assolutamente vero che si possa fare politica senza essere né di destra né di sinistra... beh, allora sarebbe davvero una rivoluzione.

Infine, se il movimento capisse anche quando far ricorso o meno alla cosiddetta piattaforma, i 5 Stelle diventerebbero pure una forza politica degna di essere votata, naturalmente in base a come uno la pensi.

Nei prossimi mesi, i compiti per la "direzione nazionale" dei 5 Stelle che adesso è in fase di costituzione, come si può capire, non sono pochi. Rimane da vedere come tali compiti verranno svolti.