Mercoledì sera si è tenuta la riunione dei gruppi parlamentari dei 5 Stelle per discutere della linea politica del Movimento e stabilire se quanto fatto finora da Di Maio meritasse o meno la rinuncia da parte sua all'incarico, perlomeno, di capo politico.

Così, dallo stesso Di Maio, è stato riassunto l'esito dell'incontro: «Ieri c'è stata un'assemblea importante tra tutti gli eletti del MoVimento 5 Stelle in Parlamento. È stato un momento proficuo per guardarsi in faccia e dirci cosa è andato storto alle ultime europee. Ci siamo confrontati, in modo convinto, come una grande comunità. E abbiamo ritrovato spirito, sebbene non avessimo mai perso la forza, né il coraggio.

Ci siamo detti che ora è importante fare uno scatto, trovare un'organizzazione più adeguata, dare più spazio e ascolto ai territori, ultimamente abbandonati. E di questo mi scuso ancora una volta personalmente. Sono io per primo che me ne assumo le responsabilità».

Visto che l'epoca della trasparenza e dello streaming è morta da tempo immemorabile, per sapere quanto avvenuto nella riunione dobbiamo accontentarci delle dichiarazioni ufficiali, con i retroscena che, al tempo stesso, vengono decisamente smentiti. Così, sempre Di Maio: «La verità è sempre la stessa: quando pensano di averci abbattuto, noi torniamo più forti di prima. Noi rialziamo sempre la testa! Ed è quello che non va giù ai giornali e al sistema.

Proprio oggi, non a caso, leggo falsità ovunque. Falsità che hanno il solo scopo di dividerci. Falsità sul rapporto tra me e Alessandro. Parole che io non ho mai pronunciato (come ad esempio "dov'era lui? Scompare, si fa pregare, poi si presenta così, a due giorni dal voto a fare il predicatore...").

È sempre la stessa storia, che si protrae da anni. Noi contro tutti, tutti contro di noi. È un meccanismo collaudato, ma noi non cediamo di un centimetro.

Alessandro [Di Battista] è un fratello e un compagno di viaggio, così come lo è Roberto [Fico] e lo sono molti altri. Già l'ho detto: il MoVimento 5 Stelle non perde mai, o vince o impara. E adesso stiamo ripartendo».

Non a caso Di Maio cita Fico e Di Battista, visto che dai più sono indicati come quelli più adatti a sostituirlo. E tanto è il timore che ciò avvenga che Salvini, mercoledì, ha già anticipato la crisi di governo... perlomeno se il nuovo capo politico diventasse Alessandro Di Battista. Ma oggi è lo stesso Di Battista a tranquillizzarlo: «Ministro, ma davvero mi dà tutta questa importanza? Ha appena vinto le elezioni, le pare il caso di interessarsi a me a tal punto? Io non siedo nel Consiglio dei ministri, non siedo neppure in Parlamento. Non ho alcun incarico e, a differenza sua, non sono pagato con denaro pubblico. Quindi, sia cortese, si concentri sul suo lavoro e sulle promesse che ha fatto e non faccia invasioni di campo perché non le competono. Buona giornata e buon lavoro».


Comunque, al termine dell'assemblea, almeno in base a quanto riportato dal capogruppo dei 5 Stelle alla Camera, Francesco D'Uva, «non sono pervenute criticità sul governo, abbiamo deciso che il governo deve andare avanti».

Neanche i democristiani dei tempi d'oro avrebbero potuto rilasciare una dichiarazione migliore di quella rilasciata da D'Uva. Una dichiarazione che dice che nulla cambierà in futuro, anche perché già fin d'ora sappiamo come andrà la votazione pro o contro Di Maio che si terrà oggi sulla piattaforma Rousseau. Qualcuno, infatti, può ricordare un voto degli iscritti che sia stato in disaccordo con i desiderata dei vertici del Movimento che si sono già espressi pro Di Maio?

Sicuramente, quindi, coloro che sono chiamati dalle ore 10 alle ore 20 a rispondere al quesito "confermi Luigi Di Maio come capo politico del MoVimento 5 Stelle" sappiano fin d'ora che la maggioranza voterà sì, seppure contro ogni logica.

Questo potrà consentire ai parlamentari grillini di salvare la poltrona per qualche altro giorno, ma non contribuirà certo a salvare l'attuale Governo, a meno che i 5 Stelle non rinuncino del tutto, e per il resto della legislatura, alle briciole di dignità che ancora sono rimaste loro, votando tutto ciò che Salvini chiederà loro di votare.