Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti prevede di pubblicare entro dicembre una proposta dettagliata su che cosa Alphabet dovrebbe fare per ristabilire la concorrenza nel mercato della ricerca online, a seguito della sentenza di un giudice che ha stabilito in quel settore un abuso di posizione dominante da parte della società.
Questo è quanto emerso durante un'udienza tenutasi venerdì scorso a Washington, dove David Dahlquist, per conto del Dipartimento di Giustizia, ha chiarito che la proposta sarà di ampio respiro e terrà conto dell'integrazione dell'intelligenza artificiale nei servizi di ricerca di Google.
Tra le possibili misure che il governo potrebbe proporre figurano la cessione di alcuni dei rami d'azienda di Google, come il sistema operativo Android, o l'interruzione dei miliardi di dollari pagati annualmente a produttori di smartphone e altri soggetti per mantenere Google Search come motore di ricerca predefinito sui dispositivi e nei browser.
Durante l'udienza l'avvocato di Google, John Schmidtlein, oltre ad attendere ciò che il Dipartimento di Giustizia ha intenzione di presentare, ha comunque riaffermato la sua intenzione di ricorrere in appello.
Il giudice distrettuale Amit Mehta ha annunciato la possibilità di tenere una nuova udienza in primavera, con l'obiettivo di emettere una decisione definitiva entro agosto del prossimo anno.
Ma Google deve guardarsi anche, se non soprattutto, dalla causa che inizierà la sua fase processuale già questa settimana, in cui il gigante di Mountain View è accusato di manipolare - a proprio vantaggio - le aste in tempo reale con le quali vengono visualizzati gli annunci pubblicitari sui siti web.
Infatti, oltre il 75% dei 307,4 miliardi di dollari di fatturato di Google lo scorso anno è derivato dalla pubblicità.
Il Dipartimento di Giustizia sostiene che Google controlli il 91% del mercato dei server pubblicitari, dove gli editori offrono spazi pubblicitari, oltre l'85% del mercato delle reti pubblicitarie, che gli inserzionisti utilizzano per pubblicare annunci, e oltre la metà del mercato degli scambi di annunci.
Anche in relazione al nuovo processo, una sentenza di condanna potrebbe determinare la vendita forzata di uno o più dei rami d'azienda di Google.