Donne violentate. Stuprate. Dai 12 agli 80 anni. Accadeva nel profondo sud dell’Italia. Durante gli anni terribili della Seconda guerra mondiale. È in questi tragici eventi che A.G. Russo tratteggia un commovente capolavoro di letteratura contemporanea intitolato Only Our Destiny.

Attraverso l’epopea di una famiglia meridionale, il romanzo ripercorre, con comprovata veridicità storica, le vicende belliche, sentimentali e socio-economiche di un intero popolo, quello italiano, costretto a patire bombardamenti e distruzioni, ma anche l’ascesa del nazifascismo e delle leggi razziali.

Scritto in inglese da un autore americano con radici italo-francesi, Only Our Destiny, cioè Solo il Nostro Destino, descrive, con dovizia di particolari, le vicissitudini di una famiglia che vive a Punto Roccioso, borgo immaginario nei dintorni della Costiera Amalfitana, in un arco di tempo che va dai primi anni ’20 alla fine degli anni ’40. Ovvero il “ventennio” che, a partire da quello fascista, ha segnato irrimediabilmente il destino dell’Italia e degli italiani. Come si evince dal titolo, il romanzo è, infatti, fortemente incentrato su una concezione fatalistica della vita.

Una sorte che, nell’Italia di quel periodo, si accaniva contro famiglie affamate da un’atavica miseria e dalla mancanza di prospettive e animate dal desiderio di rivincita e riscatto. Molti emigravano negli Stati Uniti, per inseguire il famigerato “sogno americano”. Sogno, che, in realtà, si trasformava in un incubo, perché gli italiani venivano visti come nemici dell’America, a causa dell’alleanza tra Hitler e Mussolini.

Spesso accusati e incriminati ingiustamente, gli emigrati meridionali dovevano piegarsi al racket della mafia e dei gangster statunitensi, e chiedere aiuto ai boss anche per aprire una piccola attività.

È in questo torbido e disperato scenario che si muovono le vicende della famiglia di Raffaella, Giuseppe e dei loro 3 figli: Corrado, Geno e Luisa. Quest’ultima viene violentata durante le fasi conclusive della guerra. Ma non è l’unica. È una delle tante vittime che, nel 1943, furono barbaramente stuprate dai marocchini Goumier, soldati appartenenti all’esercito francese.

Liberatori e Alleati, venivano chiamati, mentre abusavano delle donne che avrebbero dovuto proteggere e liberare dai tedeschi. Ma anche in questo dettaglio, l’autore aggiunge una veridicità storica impossibile da negare: i marocchini violentavano le italiane per vendicarsi della campagna di Mussolini in Nordafrica.

E tra vendette, rivalse e tradimenti, il tempo passa e la commozione per queste pagine cresce, fino a immergersi in un mondo romanzesco dove si percepisce un forte legame tra Italia e Stati Uniti.

Il contesto ricorda vagamente la Ciociara di Alberto Moravia, da cui, tra l’altro, è stato tratto l’omonimo capolavoro di Vittorio De Sica. Per lo stile, e per la trama, anche questo romanzo sarebbe adatto a una trasposizione cinematografica. Mi auguro fortemente che registi e case di produzione possano trasformarlo in una sceneggiatura e poi in un film.

In Only Our Destiny, però, non sono gli stupri i veri protagonisti della storia. Anche se tutto inizia con un marito violento, Giuseppe, che picchia e abusa della moglie Raffaella, la narrazione prosegue con la descrizione della pandemia del 1920; con l’emigrazione; con la chiamata alle armi, o meglio, all’inferno, di tanti giovani, in un folle conflitto mondiale; con gli arresti e le deportazioni degli ebrei scomparsi in camion nazisti che non avrebbero mai più fatto ritorno a casa.

E infine, con la vendetta dei partigiani sui cosiddetti traditori, ovvero amici, o vicini di casa, diventati spie dei tedeschi per un tozzo di pane…

È in un destino atroce e di vendetta che, alla fine, avviene la rinascita e la ricostruzione. Anche tra le pagine più tristi e forti, in fondo, l’autore dà spazio ad ampi spiragli di coraggio e speranza. Per ricordare, certo, ma anche per guardare avanti e non ripetere più i tragici errori del passato.