Non che non se ne sia parlato, soprattutto all'estero, a livello di stampa mondiale, ma il silenzio assordante è quello tutto italiano. Tolta qualche rara, rarissima eccezione, anche sui social dove vige e regna il benaltrismo quotidiano isterico all'insegna del deviazionismo sistematico.

Abbiamo un Risiko dell'informazione dove le poche cosche dominanti ed in apparente concorrenza fra loro sembrano non distinguersi affatto.

Alla preoccupante notizia di pochi giorni fa, "Cina, fuga radioattiva dalla centrale nucleare di Taishan. Intelligence Usa: «Rischio disastro»", la fuga radioattiva cinese imbarazza la Francia: il reattore era la tecnologia di punta di Parigi.

Edf ha ammesso di essere stata informata dai partner cinesi «dell’aumento della concentrazione di alcuni gas rari nel circuito primario del reattore numero uno». I francesi si rivolgono quindi agli americani che a loro volta che a loro volta aprono un allerta internazionale e di vigilanza.

Dalla CNN ai tabloid inglesi le fonti non mancano.

A scoppio ritardatissimo la stampa italiana comincia a parlarne, in punta di piedi, minimizzando il più possibile e sposando di fatto il negazionismo cinese (ed alla cinese). Solo che poi, pur minimizzando... arriva la conferma cinese.

Non solo. 
È di queste ore una ricostruzione di una fonte attiva e rinomata dell'ambientalismo americano in materia di nucleare ed investigazione.

Beyond Nuclear International ha diffuso, in inglese e francese, che "il guasto alle guarnizioni del condotto del combustibile all'interno dell'EPR di Taishan risale all'ottobre 2020, vale a dire che era già in corso da più di otto mesi: gli operatori del reattore — i cinesi e la società francese Framatome — erano perfettamente consapevoli della gravità della situazione e avevano deciso congiuntamente di nascondere l'esistenza del problema non solo alla popolazione circostante, ma anche all'Agenzia internazionale per l'energia atomica."
Scusate se è poco.

Ma mica finisce qui. C'è altro ed appartiene sempre alle ultime ore.

Mentre è in pieno corso la bufera internazionale che travolge il business cino-francese del nucleare comincia a diffondersi un fatto di cronaca nuovo e che riconduce direttamente (per quanto si possa essere vigliacchi nel negare o fare dello sporcaccionissimo "political correct"...) a questo titolo:

China:  the mysterious 'suicide' of a top nuclear scientist…

e ancora:

China nuclear radiation leak coverup fears as top scientist mysteriously found dead.


Le fonti sono ormai tante, in tutto il mondo (meno che in Italia...) a partire dal South China Morning Post, passando per India, Germania, Francia, Australia e chi ne vuole più ne metta.

Si diffonde poi la tesi del suicidio... beh succede.
Specialmente durante una crisi nucleare....

Con la tradizione della FROTTOLA del "suicidio"... si risolve sempre TUTTO. Ovunque.