"Abbiamo liberato un tesoretto di 4 miliardi e lo abbiamo liberato grazie ad alcuni provvedimenti che avevamo portato avanti: superbonus e accise ad esempio, e oggi destiniamo l’intero ammontare di quel tesoretto al più importante taglio delle tasse sul lavoro degli ultimi decenni. Tagliamo il cuneo contributivo di quattro punti percentuali e questo taglio si somma a quello che avevamo già fatto nella precedente legge di bilancio, così oggi e fino alla fine di quest’anno noi abbiamo un taglio del cuneo contributivo di 6 punti percentuali per chi ha redditi fino a 35mila euro e addirittura di 7 punti percentuali per i redditi più bassi fino a 25mila euro".

Così la premier Meloni ha commentato in un video - e non in conferenza stampa - gli interventi del decreto approvato nel Consiglio dei Ministri del 1 maggio.

I sindacati, però, non sembrano convinti dall'ottimismo meloniano, come confermano le parole di Landini:

"Essere chiamati dopo quattro mesi senza confronto! Un metodo di questa natura significa non riconoscere a lavoratori, pensionati e giovani il ruolo che il sindacato deve avere per far crescere e migliorare questo Paese. L'abbiamo detto in modo molto chiaro, bisogna cambiare il metodo che è sostanza. Nel merito, i cambiamenti sul cuneo contributivo vanno nella nostra direzione, è un primo risultato ma è un'una tantum, transitorio e non strutturale. Un aumento di 50-60 euro al mese che si aggiungono a quelli già ottenuti. Una misura importante, ma insufficiente a rispondere al problema del potere d'acquisto dei salari"... ma anche perché è provvisorio e non strutturale: a fine anno scadrà.

C'è poi la questione della modifica delle regole sui contratti a tempo determinato, che potranno essere stipulati fino a 12 mesi senza causali e fino a 24 mesi con causali specifiche che potranno essere stabilite dalla contrattazione collettiva e non più dal governo. Questo significa che i sindacati avranno meno potere di controllo e di tutela dei lavoratori, e che i datori di lavoro potranno avere più flessibilità e discrezionalità nell'usare i contratti a termine. Ma per la ministra del lavoro Calderone ciò serve a "rendere più agevole l'interpretazione di una norma che in questo momento ha delle difficoltà applicative!"

Per Landini, invece, "si allarga la precarietà: si ragiona sull'aumento dei voucher nel turismo, si liberalizzano i contratti a termine, si fa cassa tagliando sul reddito di cittadinanza. Tutto questo è sbagliato, significa non dare un futuro ai giovani. Intanto si vuole fare una riforma fiscale che va verso la flat tax, senza affrontare il problema di fondo della redistribuzione di ricchezza nel Paese. Non è quello che serve". 

Poi c'è la questione relativa alla revisione del Reddito di Cittadinanza, che cambia nome per ridurre il sostegno economico ai percettori. Tre i nuovi strumenti introdotti dal governo: la prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal), la garanzia per l'inclusione (Gil) e la garanzia per l'attivazione lavorativa (Gal). 

La Pal è una misura transitoria che sarà erogata da agosto 2023 a chi ha sottoscritto un patto per il lavoro e sta partecipando a progetti di politica attiva del lavoro. L'importo della Pal sarà pari a quello del reddito di cittadinanza, ma sarà decrescente nel tempo e sarà subordinato alla partecipazione alle iniziative di formazione e orientamento.

La Gil è una misura permanente che sarà riconosciuta ai nuclei familiari con un Isee inferiore a 7.200 euro (contro i 9.360 euro del reddito di cittadinanza) e che presentano situazioni di fragilità sociale, come la presenza di disabili, minori, anziani o invalidi civili. La Gil prevede un assegno annuo di 6.000 euro (500 euro al mese), eventualmente integrabile con un contributo per l'affitto fino a 3.360 euro l'anno (280 euro al mese). La Gil sarà erogata per 18 mesi, con una pausa di un mese e poi riprenderà per altri 12 mesi.

La Gal è una misura permanente che sarà destinata ai nuclei familiari con un Isee inferiore a 7.200 euro e che sono in condizione di lavorare (i cosiddetti occupabili). La Gal prevede un assegno annuo di 4.800 euro (400 euro al mese), eventualmente integrabile con un contributo per l'affitto fino a 3.360 euro l'anno (280 euro al mese). La Gal sarà erogata per 12 mesi, con una pausa di due mesi e poi riprenderà per altri 6 mesi. I beneficiari della Gal dovranno sottoscrivere un patto per l'attivazione lavorativa e partecipare alle proposte di formazione, orientamento e inserimento lavorativo.

Così Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha commentato le misure del governo: "Vogliamo dire basta al lavoro povero e al lavoro precario. E per farlo abbiamo una serie di proposte: porre un limite ai contratti a termine, varare una legge sulla rappresentanza che rafforzi la contrattazione collettiva e spazzi via il primo nemico che sono i contratti pirata e ancora abolire gli stage gratuiti e fissare un salario minimo, una soglia sotto la quale non si possa chiamare lavoro quel che è sfruttamento. Il decreto del governo, invece, rende i lavoratori ricattabili e ruba il futuro ai giovani. Vararlo il Primo Maggio è una provocazione".

E di fare la Festa ai Lavoratori ha parlato nel suo commento Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle: