Salute

Metodo Di Bella: paternità negata di una grande scoperta scientifica

di Guglielmo Ferraro.

Sembra che la cosiddetta medicina “ufficiale” abbia incominciato a comprendere che le geniali direttive indicate dal Prof. Luigi Di Bella costituiscono una strada percorribile nella lotta ai tumori. Non di rado, sentiamo adesso discutere di “fattori di crescita”, del ruolo che queste molecole svolgono nell’insorgenza e nello sviluppo dei tumori, ma in pochi ricordano che il primo a comprenderne l’importanza fu proprio Di Bella. Numerosi studi indipendenti hanno dimostrato le proprietà antitumorali della melatonina, dell’acido retinoico, della somatostatina e di tutti i componenti della sua terapia e con molta amarezza constatiamo che nessun merito è stato ancora ufficialmente riconosciuto al compianto Professore.

Silvio Garattini dichiarò che la terapia di Di Bella “è come l’astrologia e l’omeopatia: non contiene nulla”, e paragonò i suoi componenti ad acqua fresca. Oggi, ironia della sorte, il figlio del nostro “guru” della farmacologia, il dr. Enrico Garattini (che lavora, manco a dirlo all'Ist. M. Negri) enfatizza l’attività antitumorale dei retinoidi, componenti fondamentali del cosiddetto MDB (Metodo Di Bella). Su PubMed possiamo ritrovare diversi articoli al riguardo, che riportano anche la sua firma. In “I retinoidi e il cancro al seno: dagli studi di base alla clinica e viceversa” e in “I retinoidi e il cancro al seno: nuovi indizi per aumentare la loro attività e la selettività”, ad esempio, gli autori sottolineano la promettente azione dell’acido all-trans retinoico (ATRA), metabolita attivo della vitamina A e dei retinoidi nel trattamento di vari tumori, tra cui il cancro al seno. Ma non è mai stato fatto alcun  riferimento al Prof. Luigi Di Bella. Né dal nostro “figlio d’arte” né da altri ricercatori.

Uno studio finanziato dall’AIRC, effettuato presso il Laboratorio di Biologia Molecolare dell'IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" in collaborazione con il Dipartimento di Oncologia della Fondazione Maugeri di Pavia e con la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano, coordinato da Enrico Garattini e pubblicato dalla rivista EMBO Molecular Medicine nel 2015, dimostra che “circa il 70% dei modelli cellulari di carcinoma della mammella di tipo luminale, il gruppo più diffuso, e in particolare i tumori caratterizzati da positività al recettore degli estrogeni, risultano sensibili all'effetto anti-tumorale dell'acido retinoico”.  Lo studio ha anche evidenziato che l'effetto anti-tumorale è mediato da un recettore specifico dell'acido retinoico conosciuto con il nome di RARα.

È lecito chiedersi che fine abbia fatto l’acqua fresca del prof. “dolcevita”. E perché non viene mai detto che Di Bella aveva già intuito alcuni decenni fa quello che soltanto ora inizia a rendersi evidente?

Mi ritorna alla mente una citazione del poeta francese Louis Aragon: “Come si sa, funzione propria del genio è fornire idee ai cretini vent'anni dopo”. Ogni riferimento è, ovviamene, puramente casuale.

Nel 2012 la rivista European Journal of Pharmacology pubblicò uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Firenze, sul cancro al seno trattato con melatonina, acido tutto-trans retinoico (ATRA) e somatostatina (componenti del MDB). Così gli autori spiegarono le motivazioni che li indussero ad intraprendere questo lavoro: “La melatonina ha dimostrato di inibire la crescita delle cellule del cancro del seno in numerosi studi. Tuttavia, la nostra comprensione degli effetti terapeutici di questo ormone è ancora marginale e ci sono poche informazioni riguardo alla sua combinazione con altri agenti antitumorali per ottenere ulteriori vantaggi potenziali. Acido trans retinoico o somatostatina sono stati usati in combinazione con la melatonina in diversi studi preclinici e clinici…”.

I risultati di questo studio furono inequivocabili e confermarono l’eccezionale beneficio terapeutico e l’accresciuto potere antitumorale derivanti da quella combinazione farmacologica impiegata nei tumori della mammella.

Neanche i ricercatori fiorentini fecero alcun cenno alla terapia di Di Bella. In un suo articolo (Metodo Di Bella, guerra tra medici - 30/4/2012), Gioia Locati,  blogger de il Giornale.it, riporta le spiegazioni che la biologa Lucia Formigli, cattedratica del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università di Firenze e responsabile dello studio, fornì per quella ingiusta omissione: “Sono una ricercatrice, voglio restare fuori dalle polemiche.” – riferì la professoressa – “Abbiamo un ottimo laboratorio di biologia molecolare e iniziato due anni fa ad analizzare le cellule: devo dire che siamo arrivati a ottimi risultati…L'azione sinergica delle tre sostanze ha mostrato una riduzione della proliferazione del cancro mammario…”. L’abstract ha falsamente riportato che le tre sostanze “non sono mai state combinate del tutto nel trattamento del cancro al seno”. Così si giustificò Formigli:  “Non ho voluto io quella frase. L'idea di approfondire le tre molecole arrivò da un mio studente di farmacia, molto bravo”. Si trattava di Nicola Pacini, sostenitore della terapia Di Bella.

Il ricercatore, in un’intervista rilasciata al Giornale, ammise: “La comunità scientifica è troppo chiusa, non avrebbero mai accettato un lavoro a firma Di Bella”. E questa fu la sua amara conclusione: “…il mondo è quello che è e noi ci stiamo in mezzo”.

Randy Schekman, premio Nobel per la medicina nel 2013, dal palco di Stoccolma, affermo: “La scienza è a rischio: non è più affidabile perché in mano a una casta chiusa e tutt’altro che indipendente”. E sul Guardian scrisse: “Le principali riviste scientifiche distorcono il processo scientifico e rappresentano una ‘tirannia’ che va spezzata”.

È davvero difficile considerare credibile una siffatta comunità scientifica. E a chi può giovare?

Urgente è il bisogno di un profondo rinnovamento morale e politico, in grado di riportare tra gli uomini valori ormai desueti.  

 

 

 

Bibliografia

 

  • Cancer Treat Rev. 2014 Jul;40(6):739-49. doi: 10.1016/j.ctrv.2014.01.001. Epub 2014 Jan 18. Retinoids and breast cancer: from basic studies to the clinic and back again. Garattini E1, Bolis M2, Garattini SK3, Fratelli M4, Centritto F5, Paroni G6, Gianni' M7, Zanetti A8, Pagani A9, Fisher JN10, Zambelli A11, Terao M12.

          https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24480385

 

  • Breast Cancer Res. 2012 Sep 4;14(5):111. doi: 10.1186/bcr3245. Retinoids and breast cancer: new clues to increase their activity and selectivity. Garattini E, Paroni G, Terao M.

          https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22992337

 

  • Cellular and molecular determinants of all-trans retinoic acid sensitivity in breast cancer: Luminal phenotype and RARα expression di F Centritto, G Paroni, M Bolis, SK Garattini, M Kurosaki, MM Barzago, A Zanetti, JN Fisher, MF Scott, L Pattini, M Lupi, P Ubezio, F Piccotti, A Zambelli, P Rizzo, M Gianni', M Fratelli, M Terao e E. Garattini, pubblicato on-line in data 18 Aprile 2015 su EMBO Molecular Medicine (EMBO Mol Med. 2015 Apr 17. pii: e201404670. doi: 10.15252/emmm.201404670).

          https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25888236

 

  • Eur J Pharmacol., 2012 Apr 15;681(1-3):34-43. Epub 2012 Feb 21 - Combined effects of melatonin and all-trans retinoic acid and somatostatin on breast cancer cell proliferation and death: molecular basis for the anticancer effect of these molecules - Margheri M, Pacini N, Tani A, Nosi D, Squecco R, Dama A, Masala E, Francini F, Zecchi-Orlandini S, Formigli L. - Department of Anatomy, Histology, Forensic Medicine, University of Florence, 50134 Florence, Italy

          https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22532966

 

  • “Metodo Di Bella, guerra tra medici” di Gioia Locati - 30/04/2012 –

           http://www.ilgiornale.it/news/salute/metodo-bella-guerra-medici.html

 

  • “How journals like Nature, Cell and Science are damaging science” di Randy Schekman – The Guardian -

           https://www.theguardian.com/commentisfree/2013/dec/09/how-journals-nature-science-cell-damage-science

Autore Guglielmo Ferraro
Categoria Salute
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