La Presidente del Consiglio, sua eccellenza Giorgia Meloni, domenica 17 marzo alle 14 ora locale, incontrerà al Cairo il presidente egiziano Abdelfattah al-Sisi, insieme alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, al premier belga Alexander de Croo e al premier greco Kyriacos Mitsotakis per mettere in atto il solito indecente do ut des (quello che in Italia viene chiamato piano Mattei) su immigrazione e energia.
Così, al golpista egiziano l'Europa regalerà un assegno da 7,4 miliardi di euro in cambio della promessa di fermare i barconi diretti verso il nostro continente, in una riedizione di quanto già fatto con Tripolitania e Tunisia.
È prevista anche una cooperazione in campo energetico che farà dell'Egitto un fornitore affidabile di gas e (si spera) una fonte affidabile di energia rinnovabile.
Ma, come chiunque può facilmente capire, la missione in Egitto non è tanto una missione europea, quanto piuttosto una missione per le europee (nel senso di elezioni) che estende anche all'Egitto l'esternalizzazione delle frontiere dell'Ue, che verrà rivenduta nei prossimi mesi all'interno della campagna elettorale. E per avere certezza che gli egiziani non facciano arrivare dal mare coloro che non saranno riusciti a trattenere a terra, oltre ai finanziamenti, al Cairo è prevista anche la consegna di tre motovedette.
Visto quanto sta accadendo nell'Africa orientale, l'Egitto, dove già adesso si trovano 9 milioni di migranti e circa mezzo milione di rifugiati e richiedenti asilo, sarà sempre più cruciale per il contenimento di eventuali nuovi arrivi verso l'Europa, senza dimenticare che a partire sono e saranno anche gli stessi egiziani, a causa della crisi economica presente nel Paese.
Certo, sarebbe più facile fermare le guerre e le conseguenti migrazioni cessando la produzione e il commercio di armi, ma questa sembra una strada poco conveniente per i politici europei che invece preferiscono continuare, anzi, aumentare la produzione di armi, per poi regalare soldi ai dittatori per impedire ai rifugiati di arrivare in Europa.
Cosa questo abbia a che fare con il rispetto dei diritti umani, di cui a sproposito Meloni e von der Leyen si riempiono la bocca, nessuno lo ha capito e così, come ha ricordato il relatore per l'Europarlamento per i rapporti con l'Egitto, Mounir Satouri (Verdi),
"l'Ue si sta trasformando nella banca mondiale di dittature e regimi autoritari senza contropartite, controlli e clausole sui diritti umani".
Ma le europee incombono... e non è possibile guardare tanto per il sottile!