Migranti: 41 morti in un naufragio al largo della Tunisia, i 4 sopravvissuti portati a Lampedusa dalla Guardia Costiera
Quarantuno migranti sono morti dopo che un barchino, salpato da Sfax, si è ribaltato ed è affondato durante la navigazione al largo della costa tunisina.
Lo hanno raccontato i sopravvissuti, tre uomini e una donna, sono stati salvati dalla motonave Rimona che li ha poi trasbordati sulla motovedetta Cp327 della Guardia costiera. I quattro naufraghi, originari di Costa d'Avorio e Guinea Konakry, sono sbarcati a Lampedusa.
Secondo il racconto dei quattro naufraghi, erano in 45 sulla barca salpata da Sfax, compresi 3 bambini, alle ore 10 di giovedì. Dopo circa 6 ore di navigazione, la barca in metallo di 7 metri, si è capovolta a seguito di un onda e tutte le persone a bordo sono finite in mare. Solo in 15 avevano un salvagente, ma sono annegati ugualmente. I quattro migranti sono stati soccorsi ieri, dopo esser rimasti in mare più giorni dal naufragio e a distanza da dove si è consumata la tragedia. La nave che li ha tratti in salvo non ha avvistato cadaveri in mare. Solo pochi giorni fa una mamma e un bambino avevano già perso la vita al largo dell'isola.
I numeri di oggi aggravano il bilancio delle vittime dei naufragi nel Mediterraneo centrale. Secondo il Missing Migrants Project dell'OIM sono già oltre 1.800 le persone morte e disperse lungo la rotta, che si attesta ancora tra le più attive e le più pericolose a livello globale, con oltre il 75% delle vittime nel Mediterraneo negli ultimi dieci anni.
La situazione dei migranti rimane una questione urgente e complessa che richiede l'attenzione e l'impegno di tutti per trovare soluzioni sostenibili e umane. La perdita di vite umane in mare è una tragedia che non dovrebbe mai accadere.