Era la notte buia dello Stato Italiano, quella del nove maggio settantotto... quarantuno anni fa la morte.


Peppino Impastato, eroe di quella Sicilia dilaniata dalla Mafia, dal potere, venne ucciso barbaramente perché non sottomesso ai boss.

Giornalista ma, soprattutto uomo libero che ha lottato per la “libertà”. Dalla protesta in piazza ai giornali volanti, alle manifestazioni improvvisate, Peppino arriva infine all’uso politico di una radio, Radio Aut, emittente autofinanziata che indirizza i suoi sforzi e le sue scelte nel campo della controinformazione e soprattutto in quello della satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale.

Dai microfoni della radio fa nomi e cognomi, denuncia interessi che ruotano intorno all’ampliamento dell’aeroporto di Punta Raisi, mettendo con le spalle al muro il boss Tano Badalamenti che, per ritorsione, ne commissiona l’assassinio.

Il 9 maggio 1978 a Cinisi venne ritrovato il suo corpo senza vita, dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani.

L’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti, dopo quattro anni di processo fu condannato all’ergastolo come mandante e responsabile dell’omicidio di Peppino.