Prima il Covid e poi la guerra hanno fatto emergere un fantastico giochetto che vede coinvolte diverse figure impegnate solo ed esclusivamente ad impinguare i loro budget sfruttando il "popolo" con la scusa di rendergli un servizio.
Al giochetto partecipano i seguenti personaggi:
- presentatori televisivi nella doppia veste di presentatori/giornalisti,
- gestori di reti televisive,
- case editrici,
- una serie di figure poco serie (ma che tengono comunque famiglia) a vario titolo ingaggiate dalle case editrici,
- gente che non si sa a quale titolo occupa inutilmente scranni alla Camera o, peggio, al Senato,
- una serie di persone che pur essendo serie non disdegnano l' apparizione televisiva che alla fine fa sempre comodo,
- il pubblico televisivo.
Funziona così.
Al presentatore/giornalista (maschio o femmina che sia) il gestore della rete TV affida una trasmissione, che deve arrivare ad una "audience" (parola magica) di dimensioni tali da poter vendere spazi pubblicitari al maggior prezzo possibile.
Parallelamente le case editrici pubblicano libri dei personaggi poco seri di cui sopra che non interessano a nessuno ma che le stesse devono cercare di vendere, costi quello che costi.
Poiché da qualche anno nel manuale del perfetto presentatore/giornalista è scritto chiaramente che la rissa televisiva fa audience, il bravo presentatore è alla caccia sfrenata del personaggio che la possa innescare e quindi far salire l' audience, con la scusa pietosa che: "Bisogna ascoltare tutte le opinioni".
Qui entrano in ballo oltre quei politici, non di secondo ma di decimo piano, a caccia di voti, le case editrici che hanno pubblicato opere ininfluenti dei personaggi poco seri le quali consigliano (con decisione) al personaggio di inventarsi qualche sonora imbecillità - il politico se le inventa senza essere sollecitato ma "motu proprio" - imbecillità che manifestata in un programma televisivo possa innescare la rissa con gli altri personaggi, quelli seri che non ci stanno a farsi prendere per scemi, per cui nell'interesse congiunto delle case editrici e dei gestori di reti TV (che a volte sono la stessa cosa) e dell' interesse elettorale del politico, sia il personaggio poco serio che il politico, vengono finalmente ingaggiati ad occupare il piccolo schermo dove, complice il presentatore/giornalista, inizia il fuoco di fila delle scemenze tanto più apprezzate quanto più possano suscitare lo sdegno degli altri partecipanti alla trasmissione, e si arrivi finalmente allo scontro, sotto lo sguardo soddisfatto e compiacente del presentatore/giornalista che fa finta di intervenire per sedare gli animi, e, come da accordi, cerca di infilare in qualche modo l' accenno all' opera ininfluente pubblicata dalla casa editrice.
Da quel momento lo sparatore di scemenze, più se le inventa grosse più va letteralmente a ruba tra i presentatori/giornalisti che se lo litigano senza esclusione di colpi e alla fine senza limite di importo per il gettone di presenza.
La casalinga di Voghera, impegnata, spalle al televisore, a pulire le cipolle per la cena, sente che si comincia ad urlare e si gira per vedere che succede in studio et voilà, il giochetto è riuscito.
L'audience sale, gli spazi pubblicitari costano di più, i libri ininfluenti dei personaggi ininfluenti vendono qualche copia in più, il politico rivendica e cerca di utilizzare al meglio la visibilità ottenuta... e vivono tutti felici e contenti, fino a che - come sta piano piano accadendo - la casalinga di Voghera, dopo aver visto e rivisto gli stessi personaggi, intervistati sempre dagli stessi presentatori/giornalisti, impegnati in fotocopia nelle stesse risse su più canali televisivi, si stufa e passa decisamente ai più riposanti cartoni animati.