"C'era un cinese a Venezia..." Sarebbe stato sufficiente aggiungere "una volta" e il titolo sarebbe stato perfetto per dare inizio a una novella. Ma non  era possibile, perché il titolo di Report si riferiva non ad un racconto di fantasia, bensì ad un fatto realmente accaduto, di cui avevano parlato in una inchiesta del dicembre scorso i giornalisti Walter Molino e Andrea Tornago.

In quell'inchiesta, Report si era occupata della vendita di Palazzo Papadopoli, valutato 14 milioni nel 2009, e venduto nel 2017 dall'amministrazione comunale di Brugnaro  2017 a Mister Kwong per soli 10,8 milioni. Una vendita al ribasso di cui Report aveva cercato di comprendere le ragioni.

A presentare in Giunta la valutazione al ribasso di tale immobile fu l'allora assessore alla Gestione del Patrimonio del comune di Venezia Renato Boraso che ha ricoperto tale ruolo fino al 2020, insieme alla vicesindaca Luciana Colle, la stessa ritratta nelle foto dell'incontro tra Brugnaro e Kwong al Casinò di Venezia.

Di quanto accaduto si è interessata anche la Procura della città lagunare e oggi è arrivata la notizia che Renato Boraso è stato arrestato con l'accusa di corruzione dalla Guardia di Finanza in un'inchiesta condotta dai pm Roberto Terzo e Federica Baccaglini, che, complessivamente, hanno richiesto misure cautelari per un totale di 17 persone.

Per il momento solo indagato il sindaco e leader di Coraggio Italia Luigi Brugnaro, in relazione ad una trattativa ancora una volta con l'imprenditore Chiat Kwong Ching, per l'area dei "Pili" alle porte di Venezia, di proprietà dello stesso Brugnaro e il blind trust che gestisce il patrimonio che il sindaco creò quando venne eletto. Indagati anche Oltre a Brugnaro, sono indagati anche il capo di Gabinetto del sindaco e direttore generale del Comune, Morris Ceron, il vicecapo di Gabinetto, Derek Donadini.

L'imprenditore Claudio Vanin, riferisce Report, "aveva raccontato di un incontro tra Brugnaro e il magnate cinese Ching Chiat Kwong, avvenuto all'inizio del 2018, in cui i due dovevano solo stringersi la mano e sancire definitivamente gli accordi per l'operazione dei Pili, i terreni che Brugnaro aveva comprato all'asta nel 2005 a prezzi di saldo e sui cui aveva promesso non avrebbe fatto nulla da Sindaco in carica. Invece, subito dopo essere stato eletto, Brugnaro imbastisce un grosso affare con il magnate cinese Kwong, pronto a pagarli fino a 150 milioni di euro per un'operazione immobiliare da quasi 2 miliardi. Ebbene, in quell'incontro del 2018, racconta Vanin, Brugnaro avrebbe preteso da Kwong 10 milioni di euro a fondo perduto a garanzia dell'operazione, che fosse poi andata in porto o meno. Una richiesta mai avanzata prima e non giustificata".

La vicenda che coinvolge Brugnaro riguarda le trattative con l'imprenditore Chiat Kwong Ching per l'area dei "Pili" alle porte di Venezia, di proprietà dello stesso Brugnaro, e il blind trust che gestisce il patrimonio che il sindaco creò quando venne eletto.

Con un video esclusivo Report aveva testimoniato un incontro diretto tra Brugnaro e il magnate cinese Kwong per l'affare relativo ai terreni contaminati che sono inseriti nel sito inquinato di Porto Marghera. Da questo documento sarebbe emerso che il sindaco di Venezia Brugnaro con una mano trattasse da imprenditore la vendita e la valorizzazione dei suoi terreni, e con l'altra mano, quella del sindaco, si stesse assicurando di poter gestire tutte le autorizzazioni e i passaggi necessari per la buona riuscita dell'operazione.

Non c'è solo la vicenda Pili a tenere banco. Gli inquirenti starebbero cercando di far luce sull'operazione Park 4.0: un parcheggio nei pressi dell'aeroporto Marco Polo. 

Questa è stata la reazione del sindaco di Venezia:

"Sono esterrefatto! In cuor mio ed in coscienza, so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l'incarico di sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici. L'ipotesi che io abbia potuto agire sui Pili per portare vantaggi in termini di edificabilità e/o varianti urbanistiche è totalmente infondata. Com'è noto, ed ho spiegato pubblicamente, quella è un'area già edificabile da prima della mia amministrazione. Mai ho pensato, né messo in atto, alcuna azione amministrativa per un cambiamento delle cubature. Stessa cosa riguardo la vendita di Palazzo Papadopoli che mi risulta alienato secondo una procedura trasparente dal punto di vista amministrativo. Ovviamente, sono e resto a disposizione della magistratura per chiarire tutte queste questioni".