Il referendum per la riforma costituzionale è passato e la prossima volta che gli italiani voteranno per le politiche eleggeranno 345 parlamentari in meno. Dal punto di vista pratico ciò significa che questa legislatura sicuramente durerà per tutto il mandato, perché nessuno degli attuali eletti a Camera e Senato vorrà mettere a rischio il proprio stipendio. 

Per Di Maio, "quello raggiunto oggi è un risultato storico... è la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo".

Giustamente, Di Maio ha mostrato la sua soddisfazione in base alla convenienza... meno soddisfacente, infatti, è stato il risultato dei 5 Stelle alle regionali, dove il Movimento è stato sconfitto sia nelle urne che nella strategia. Infatti, se avesse accettato di allearsi con il Pd in tutte le regioni il risultato di queste amministrative sarebbe stato ancor più favorevole all'attuale maggioranza di governo.

Paradossalmente, il centrodestra, che oggi doveva asfaltare il centro sinistra, rischia di essere etichettato come lo sconfitto di giornata. È vero che il risultato è stato di sostanziale pareggio con 3 regioni per parte, ma la propaganda sovranista parlava addirittura di cappotto o tutt'al più di un 5-1, dando per persa solo la Campania.

Invece, alla prova dei fatti, solo Veneto e Liguria sono state le regioni dove il centrodestra non ha avuto rivali, mentre nelle Marche, se i grillini non si fossero ostinati a voler correre da soli, il risultato sarebbe stato in bilico fino all'ultimo voto.

E rimanendo nel paradosso, bisogna anche sottolineare l'altro dato che ci consegna questo tornata elettorale: l'inconsistenza di Matteo Salvini, un personaggio la cui popolarità è sempre più virtuale e presente solo nella costosa propaganda del suo promoter, Luca Morisi. 

Matteo Salvini, da trionfatore annunciato, è invece lo sconfitto di giornata. Una sconfitta non solo dovuta alle incredibili delusioni registrate in Toscana e Puglia, ma anche ai dati ottenuti dalla Lega nelle regioni in cui il centrodestra ha trionfato: Liguria e, soprattutto, Veneto.

In Liguria - in entrambe le regioni i dati non sono definitivi - la lista Cambiamo con Toti Presidente ha ottenuto circa il 24% dei voti, la Lega poco meno del 16%.

In Veneto, la lista Zaia Presidente ha ottenuto quasi il 52%, la Lega di Salvini poco più del 14%. 

In Toscana, il Pd è risultato il partito più votato, mentre nelle altre regioni ha superato il 20%, poco più della media nazionale degli ultimi sondaggi, mentre sono stati a dir poco catastrofici i risultati per Salvini in Puglia e ancora di più in Campania. Eppure il leader leghista dalle sue dirette Facebook faceva intendere che anche in quelle regioni la gente non avesse interesse che per lui.

E adesso lo ritroviamo ancora sui social con un sorriso tiratissimo che mostra un cartello su cui ha scarabocchiato un "Grazie" rivolto "ai milioni di Italiane e di Italiani che" gli "hanno dato fiducia. Se i dati verranno confermati, da domani Lega e centrodestra saranno alla guida di 15 Regioni su 20! E anche dove non ce l’abbiamo fatta, tutti al lavoro con un solo obiettivo: aiutare, proteggere e far crescere la nostra bellissima Italia".

In realtà gli italiani, con questo voto, hanno dimostrato a Salvini la loro piena sfiducia... anche se lui fa finta di non essersene accorto.

Anche l'altra apostola del sovranismo, Giorgia Meloni, oggi ha preso una scoppola non da poco in Puglia, dove il suo candidato Fitto è stato nettamente sconfitto dal presidente uscente, Michele Emiliano. Lei si consola parlando di trionfo nelle Marche, visto che anche in quella regione il presidente eletto, Francesco Acquaroli, era il candidato di Fratelli d'Italia. Però, la Meloni si è dimenticata di ringraziare il vero artefice del suo presunto trionfo marchigiano: il Movimento 5 Stelle.