“La forza delle donne deriva da qualcosa che la psicologia non può spiegare”. Così chiosava romanticamente Oscar Wilde a proposito del gentil sesso.

Qualche anno fa invece, Pippo Civati, esponente della sinistra italiana, molto meno romanticamente lanciò con ironia l’allarme di garantire le “quote azzurre” al consiglio comunale di Forlì. In effetti, analizzando l’Amministrazione dell’allora sindaco Nadia Masini non poteva non saltare all’occhio la cospicua presenza di donne, rendendo marginale quella dei colleghi maschi. Quella della presenza delle donne nelle amministrazioni è una rivoluzione partita in sordina ma che appare ormai essersi affermata e consolidata.

Recentemente l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha diffuso dei dati che descrivono il ruolo delle donne nelle amministrazioni nostrane e che rimarcano un trend crescente di sindache alla guida di piccoli e grandi comuni italiani. Se 30 anni fa i comuni amministrati da donne erano delle eccezioni (appena 145 nel 1986), il loro numero è cresciuto di più di 7 volte in 30 anni.

Oggi, i comuni amministrati da sindache sono 1.065, il 13% dei 7.915 comuni italiani. Un dato ancor più significativo se si considera la presenza di donne con la fascia in comuni come Roma, Torino, Piacenza e Ancona. Come detto in questa speciale classifica Forlì, seppur adesso guidata da un uomo, si mantiene al vertice con un indice della presenza femminile (IPF) di 3,8 staccando di poco molti altri comuni.

Tra questi vi è Cerreto Laziale: poco più di mille abitanti nella provincia di Roma, tra Lazio e Abruzzo, con un indice fermo a 3,7.

Dallo scorso giugno il comune della Valle del Giovenzano è guidato da Gina Panci, avvocato classe 1975; in questa nuova avventura (per lei e per la sua squadra) può contare sull’apporto di molte donne, in consiglio e in giunta, tutte giovanissime e sicuramente sotto l’età media delle donne impegnate in politica, che si attesta intorno ai 46 anni.

Cerreto Laziale non è certo nuovo in questa singolare e curiosa classifica; nel 1956 Giacomo Pizzicaroli, nato nel 1928, divenne uno dei sindaci più giovani d’Italia. Quell’età oggi non farebbe scalpore, se consideriamo che in Italia vi sono attualmente sindaci di venti anni. Anche quella però fu una piccola rivoluzione ed espressione di una nuova sensibilità.

Al di là di tutti questi dati e di chi si arrovella ancora se chiamarle sindache o sindaci, i cittadini si augurano sempre che le amministrazioni riescano a fare il bene dei loro territori. E di questo ne abbiamo tutti irrimediabilmente bisogno.