Questo venerdì i medici sono in sciopero per 24 ore. Il perché dello sciopero? La scarsità di risorse assegnate al Fondo sanitario nazionale per garantire il diritto alla salute e il rinnovo del contratto fermo da oltre dieci anni. Ad astenersi dal lavoro sono medici, veterinari e dirigenti sanitari italiani.

A far protestare medici e rappresentanze sindacali è il rimpallo di responsabilità tra Governo e Regioni per decidere chi debba mettere le risorse per il Fondo sanitario nazionale mentre, nel frattempo, i fondi per il personale della dirigenza sono stati diminuiti di circa un miliardo di euro.

Da oltre dieci anni grazie ai precedenti governi, si è messo in atto un progressivo smantellamento del Servizio sanitario nazionale, causando un peggioramento delle condizioni di lavoro nelle strutture sanitarie, che non va certo a favore della qualità e della sicurezza delle cure.  Si sta operando a favore del privato, danneggiando il pubblico. E il Governo attuale non dà segni di voler invertire questa tendenza. Nel 2019, alla sanità andranno solo 1,14 miliardi di euro, 4 miliardi e mezzo in tre anni: quanto già previsto dalla precedente legge di bilancio del governo Gentiloni.

Ed a peggiorare la situazione vi è anche la questione economica (mancato rinnovo) cui si affianca anche quella organizzativa, con carenza di assunzioni e precariato. Come se non bastasse bisogna aggiungere che, essendo l’età media del personale medico intorno ai 53 anni e che già per i prossimi due anni sono previsti circa 10mila nuovi pensionamenti, l'introduzione della cosiddetta quota 100 potrebbe creare seri problemi di assistenza.

Infine, va aggiunta la questione delle borse di specializzazione, di cui in quattro anni ne sono state previste solo 900, per una spesa di 20 milioni euro l’anno, mentre, rispetto al fabbisogno nazionale, ne servirebbero almeno 2.500... 100 milioni indispensabili per evitare il malfunzionamento dei reparti nei vari ospedali, che però non si riescono a trovare.