Migranti prigionieri a Catania: il governo dei post-fascisti non si è ancora reso conto che sta violando la legge
Anitta Hipper è la portavoce di Ylva Johansson, commissaria Ue agli Affari interni. Questo è quanto ha dichiarato oggi alla stampa in relazione alla crisi migranti nel porto di Catania e nelle acque di fronte alla Sicilia:
"Stiamo seguendo da vicino la situazione: ci sono quattro navi, con 573 persone a bordo, tre navi sono entrate nelle acque territoriali italiane, e accogliamo con favore il fatto che 500 persone siano già state sbarcate, e che l’Italia abbia consentito lo sbarco delle persone vulnerabili. La Commissione europea non è responsabile per il coordinamento dei soccorsi in mare e per l’individuazione dei porti di sbarco, ma insistiamo sul fatto che c’è un dovere legale e morale di salvare le vite delle persone in difficoltà, e che questo obbligo è indipendente dalle circostanze che hanno portato le persone a prendere il mare. Secondo le norme internazionali, dovrebbe essere fatto ogni sforzo per assicurare che sia il più possibile ridotto il tempo di permanenza a bordo delle navi delle persone soccorse in mare, e affinché siano sbarcate in un porto sicuro, dove si possa tenere conto delle particolari circostanze di ciascun caso, visto che ogni caso è un caso diverso. Facciamo appello agli Stati membri affinché rispettano il loro obbligo giuridico di assicurare che le persone in difficoltà siano soccorse".
Questo è quanto ha dichiarato sull'argomento Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle:
"In questi giorni il Governo si ritrova subito ad affrontare il problema degli sbarchi di migranti giunti sulle nostre coste con imbarcazioni gestite da ONG.Scoprirà presto che il tema dei flussi migratori è ben complesso e va affrontato con politiche di ampio respiro, senza facili slogan o esibizioni muscolari a danno di persone e famiglie disperate. Soprattutto, questo Governo scoprirà che il nazionalismo arrogante non porta da nessuna parte e che tutte le iniziative in materia vanno inquadrate in una dimensione di solidarietà europea. Quella stessa solidarietà a cui si oppongono proprio gli amici ungheresi e polacchi del Presidente Meloni, che con le loro rigidità vorrebbero che le politiche migratorie fossero questione esclusiva dei Paesi di primo approdo – Italia compresa.L’urgenza di queste ore evidenzia invece che la gestione dei flussi migratori non può essere demandata alle diverse disposizioni delle singole nazioni. Serve un coordinamento europeo per l’adozione di un meccanismo comunitario di gestione, accoglienza e redistribuzione dei migranti che raggiungono le coste europee.Dobbiamo incrementare le iniziative di cooperazione, nel segno di un partenariato fra eguali, con i Paesi terzi di origine e di transito delle rotte migratorie. Abbiamo bisogno di rafforzare il sistema dei rimpatri per i migranti che non hanno diritto ad alcuna protezione. Allo stesso tempo, è necessario perorare il superamento del Trattato di Dublino e del criterio del Paese di primo arrivo (chi sbarca in Italia, sbarca in Europa) - nonché rilanciare l’istituzione di Centri di protezione internazionali nei Paesi di transito.Solo il complesso di queste iniziative congiunte e sinergiche può portare a contrastare questa moderna ‘tratta dei disperati’ che consente alle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di essere umani di lucrare sulla sofferenza delle persone.Tutte queste iniziative vanno affrontate con equilibrio, perché il diritto di ogni Stato sovrano a controllare i propri confini non giustifica la violazione delle molteplici norme di diritto internazionale che tutelano la dignità di ogni essere umano. Trattenere in mare per alcuni giorni in più donne, uomini e minori comunque destinati a sbarcare non risolve il problema: evitiamo iniziative di pura propaganda.Lavoriamo in modo serio per soluzioni plausibili e pienamente in linea con la tutela dei diritti fondamentali".
Al momento non ci sono però novità in uno sblocco dell'attuale situazione di stallo. Due navi sono in rada nelle acque davanti a Catania, mentre due navi attraccate al porto di Catania sono in attesa di poter sbarcare tutti i migranti a bordo e, per questo, Aboubakar Soumahoro minaccia azioni legali:
"Il Governo, violando le norme sul soccorso in mare, sta di fatto impedendo ai naufraghi di accedere alle procedure di asilo.La legge è molto chiara in materia di asilo: sono le condizioni de iure che determinano lo status di rifugiato. Lo Stato italiano non concede lo status ma si limita a riconoscerlo dopo avere esaminato la domanda di asilo formalizzata dalla o dal richiedente.A questo riguardo, nessuna autorità italiana ha la competenza di determinare a priori chi ha il diritto di accedere all’istituto di asilo.Il Governo ha deciso, arbitrariamente e senza fondamento giuridico, di negare ai naufraghi un loro diritto, attraverso una disumana selezione (simile a quella che avveniva ai tempi del mercato degli schiavi) e una sostanziale e arbitraria limitazione della libertà personale.Per questo, mi impegno ad adoperarmi per accertare tutte le responsabilità circa:la mancata assegnazione di un posto ai sensi della normativa internazionale sul soccorso in mare;i criteri selettivi adottati per ammettere i naufraghi nel territorio nazionale".