Comincio l'articolo rivolgendomi subito a tutti quelli che trovano sbagliato o esagerato l'atteggiamento francese nei confronti dell'Italia. Immaginate che all'indomani del G8 di Genova, con ancora le carcasse delle auto bruciate dai black bloc sparse per le strade, con ancora le vetrine sfondate e la disperazione viva dei negozianti danneggiati da tanta immotivata furia distruttrice, un esponente del governo francese avesse espresso solidarietà ai black bloc e avesse auspicato la loro salita al governo. Immaginate adesso se durante gli anni di piombo un politico francese esponente del governo avesse auspicato alla salita al potere delle Brigate Rosse.

Non credo l'avremmo presa bene e, qualora non fossero arrivate prese di distanza da parte del Governo transalpino, anche l'Italia avrebbe ritirato il proprio ambasciatore da Parigi e noi saremmo stati d'accordo.

Fatto l'esempio, dovrebbe esservi più chiaro perché l'appoggio dato da Di Maio, vicepremier del governo italiano, ai gilet gialli abbia tanto indignato la Francia. A questo episodio unite gli attacchi continui che il bullo Salvini fa all'esecutivo Macron, unite lo scontro sulla TAV... e avrete il quadro completo.

È un dato di fatto che non corra buon sangue tra questo governo e la Francia. Non dobbiamo sorprenderci. Innanzitutto a Salvini e Di Maio serviva un nemico da mettere davanti al popolo per mascherare il totale disastro che stanno combinando. Era necessario distrarre gli italiani dai morti in mare, dalla recessione, dal fatto che siamo l'unico paese UE il cui PIL è cresciuto meno dell'1%, dal calo del 5,5% della produzione industriale.

Grazie alla crisi diplomatica con la Francia, tutto questo disastro passa in secondo piano e così la battaglia politica per le europee anche il governo può continuare a giocarla sui proclami. Al governo serviva un nemico, la Francia era la soluzione migliore.

Si sa che noi italiani per i francesi non abbiamo tanta simpatia, quindi sarebbe stato semplice metterli in cattiva luce, inoltre sono andati ad attaccare Macron, il Renzi d'oltralpe, la cui popolarità è a picco in tutta Europa, quindi è un avversario abbordabile. La Francia inoltre sta vedendo fiorire già da diversi anni i movimenti anti-europeisti di estrema destra, vedi i gilet gialli e il Front National, quindi il nostro Governo sapeva che attaccandola avrebbe trovato alleati anche sul territorio, vedendosi facilitato il compito e contemporaneamente rafforzando le alleanze in vista delle elezioni europee.

Quella del Governo del cambiamento è perciò un'azione puramente a scopo elettorale. Hanno creato una crisi che trova precedenti solo negli anni della Seconda guerra mondiale, semplicemente per recuperare consensi in Italia e aiutare Marine Le Pen a crescere in Francia.

Questi affamati di voti non si rendono conto della gravità di ciò che stanno facendo. Per capire l'entità del danno, è sufficiente ascoltare le parole di Boccia (Confindustria): "I danni potenziali per l'export sono enormi, visto che la Francia è il secondo partner commerciale dell'Italia dopo la Germania e potrebbe nascere nell'opinione pubblica francese un sentimento di rifiuto dei nostri prodotti. Noi siamo il terzo paese fornitore dei francesi. La Francia ha investito 60 miliardi di euro in Italia e noi lì 25 miliardi. Parliamo di cifre che fanno girare l'economia".