«Oggi è una giornata importante in cui dedicarsi alla Memoria, ma dobbiamo ricordare tutti i giorni. Non dimenticare è un dovere, un monito per tutti noi.

Mi rivolgo soprattutto ai ragazzi che sono il nostro futuro e la nostra speranza. Pagine di storia come queste devono essere conosciute e tramandate. Leggetele e studiatele nei libri, ascoltate i racconti di chi ancora ricorda.»

Quella sopra riportata è la sorprendente dichiarazione del vicepremier Luigi Di Maio che invita i ragazzi ad informarsi sulle persecuzioni naziste di cui lui, evidentemente, non ha compreso il significato.

Indirettamente glielo ricorda il ministro degli Esteri Enzo Moavero che, rispondendo ad un giornalista su un possibile parallelo fra la Shoah e i migranti che tentano di arrivare in Europa, ha dichiarato: «Quanto accadde durante la Shoah è infinitamente più orribile. E' anche vero però che alla base c'è una mancanza di capacità di comprendere e di mostrare umanità. E questo non va dimenticato.»

Ormai, il mantra salviniano, "meno sbarchi, meno morti, meno soldi alla mafia, più diritti e più sicurezza", che i 5 Stelle stoltamente hanno appoggiato, sta progressivamente arretrando nel campo della sola propaganda e sono sempre meno coloro che riescono a supportarne la logica e l'efficacia, anche dalla parte grillina che ha iniziato progressivamente a sfilarsi nel sostenere Salvini nella sua battaglia. Ovviamente, ci sono dei ritardatari, come Danilo Toninelli, ma per lui arrivare dopo è un'abitudine.

Ci sarebbe da ricordare la patetica, se non grottesca, figura del premier di se stesso Giuseppe Conte che interviene - nientepopodimeno che - al Congresso nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori e si dimentica di andare al Congresso nazionale del più grande sindacato in Italia, viene ignorato da Francia, Germania e Spagna sulla crisi in Venezuela (su cui peraltro si guarda bene dal prender parte per non dispiacere Salvini o Di Maio), va in Svizzera e negli Emirati Arabi, e permette ad un suo ministro di creare una crisi senza senso su un decina di migranti, evitando così di prendere in mano la situazione e gestirla politicamente, ricordando all'Europa le proprie responsabilità in merito alle promesse della scorsa estate da lui stesso comunicate come un successo del "suo" Governo.


Nel frattempo, la delegazione dei tre parlamentari che era andata a bordo della Sea Watch è tornata a terra dopo aver constatato le condizioni dei 47 naufraghi a bordo che, come riporta in una sua dichiarazione SeaWatch, continuano a rimanere "ostaggio del governo e della sua barbara propaganda. Salvare in mare non è un crimine, tenere in ostaggio le persone sì."