Per mettere il proprio marchio sull'emergenza coronavirus, in modo da spenderlo politicamente una volta finita, le opposizioni e Matteo Renzi (che ovviamente a tale gruppo deve essere iscritto di fatto) nei giorni scorsi avevano chiesto a gran voce la nomina di un supercommissario ad hoc, indicando Guido Bertolaso come l'unico che potesse essere in grado di ricoprirlo.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il suggerimento del supercommissario lo ha colto, ma invece di Bertolaso ha nominato Domenico Arcuri, manager a capo di Invitalia - agenzia nazionale per gli investimenti -  a cui è stato affidato il compito di gestire le salmerie, cioè tutto quello che è necessario ai soldati per combattere una guerra. Pertanto, ad Arcuri è stato affidato il compito di approvvigionamento e gestione dei presidi sanitari, operando insieme alla Protezione Civile in modo da snellire tutte le procedure necessarie per consentire agli ospedali di continuare a operare senza intoppi.

Ma in Lombardia non potevano starci, anche perché avevano già allestito la sceneggiatura con la creazione di un ospedale ad hoc per l'emergenza coronavirus da tirar su in quattro e quattr'otto nei padiglioni 1 e 2 del Portello, l'ex Fiera nel centro di Milano.

Il presidente della regione Lombardia, così, ha chiesto ugualmente alla Protezione civile il via libera per la realizzazione, ma da Roma hanno risposto picche... per il semplice fatto che il materiale (sanitario)  per realizzare quell'opera non lo hanno. 

Allora, Attilio Fontana e la Lega hanno colto la palla al balzo, cercando di catturare i classici due piccioni con un'unica fava. Ed ecco allora che il presidente della Lombardia, ieri, ha annunciato:

"Non ci fermiamo!Vogliamo superare ogni difficoltà per riuscire a realizzare un nuovo ospedale nei padiglioni della Fiera di Milano per i pazienti Coronavirus.Non intendo lasciare nulla di intentato, per questo ho chiesto al dottor Guido Bertolaso di mettere a disposizione la sua esperienza, anche internazionale, per centrare questo importantissimo obiettivo.L'opera potrà supportare la sanità lombarda già in emergenza e, se fosse necessario - spero di no - saremo pronti e disponibili per tutto il Paese."

Guido Bertolaso, in stand by da giorni, al colpo dello starter è subito scattato, potendo finalmente pubblicare quello che da tempo aveva già scritto:

"Come potevo non aderire alla richieste del presidente della Lombardia Attilio Fontana di dare una mano nella epocale battaglia contro il Covid-19 se la mia storia, tutta la mia vita è stata dedicata ad aiutare chi è in difficoltà e a servire il mio Paese?Peraltro se ho aperto l'ospedale Spallanzani vent'anni fa ed ho lavorato in Sierra Leone durante la micidiale epidemia di ebola forse qualcosa di utile con il mio team spero di riuscire a farlo.Il mio pensiero va ai medici - quelli veri - agli infermieri ed ai tecnici sanitari e ai farmacisti che da settimane danno l'anima rischiando ogni istante per combattere e vincere questa battaglia."

E adesso? È ovvio che inizierà la fiera del contenzioso (politico e pratico) tra Regione Lombardia, Governo, Bertolaso, Borrelli (Protezione civile) e Arcuri con scambi di accuse e contro accuse e relativo scarico di responsabilità.

Ma per la Lega era impossibile pensare di non poter sfruttare questa emergenza per la sua propaganda, specialmente quando il centro dell'epidemia è la regione da cui da sempre ha ricavato il maggior numero di voti. 

Così, lo spirito di unione invocato da più parti per combattere la guerra contro il virus, come è ben evidente, è già finito!