Nessun accordo nel Consiglio europeo di giovedì sulle modalità per rilanciare le economie dei Paesi dell'Ue
Al tempo del coronavirus, capi di Stato e di Governo, ministri e tecnici sembrano aver riscoperto la possibilità di riunirsi e discutere in pochissimo tempo utilizzando la videoconferenza... non uno strumento così del tutto nuovo.
Così, questo giovedì si sono tenute ben due riunioni sul come affrontare l'emergenza (soprattutto dal punto di vista economico) rappresentata dalla Covid-19: una del G20 e una del Consiglio Europeo.
La prima ha prodotto dei risultati, la seconda no.
Come riassunto nel comunicato condiviso a fine summit, i rappresentanti del G20 hanno deciso stanziamenti per 5mila miliardi di dollari da iniettare nelle economie dei vari Paesi per superare l'impatto "sociale, economico e finanziario" della pandemia da coronavirus in modo da "minimizzare i danni economici e sociali, rilanciare la crescita e mantenere la stabilità dei mercati".
Invece, per quanto riguarda il Consiglio europeo si continua a registrare l'ostinazione di alcuni Paesi membri nel non voler affrontare la crisi attuale come una situazione di emergenza, pensando ad applicare garanzie e quant'altro alle misure di rilancio delle varie economie dei Paesi membri dell'Ue. Così, la bozza presentata dall'Italia non è stata accettata da tutti.
"Come si può pensare che siano adeguati a questo shock simmetrico strumenti elaborati in passato, costruiti per intervenire in caso di shock asimmetrici e tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi?", avrebbe detto il premier Conte durante il Consiglio europeo. "Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati così come sono stati elaborati in passato, allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l'Italia non ne ha bisogno".
L'Italia ipotizza una mutualizzazione del debito pubblico con ciascun Paese, che però risponde del proprio, suggerendo di istituire una sorta di gruppo di lavoro ristretto formato da cinque capi di Stato o di governo che sia un grado di formulare una proposta condivisa.