Si chiude in negativo la settimana con i primi dati macroeconomici di questo 2019, forniti dall'Istat.

Questo venerdì, l'Istituto nazionale di statistica ci informa che a novembre 2018 la produzione industriale, rispetto ad ottobre è in ulteriore calo del -1,6%.

In flessione anche il dato trimestrale, periodo settembre–novembre, che rispetto ai tre mesi precedenti fa segnare una flessione del -0,1%.

Peggiore, di tutti, però è il dato tendenziale che, corretto per gli effetti di calendario, ci mostra che a novembre 2018 l'indice è diminuito del -2,6% (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2017) rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Nella media dei primi undici mesi del 2018, però, la produzione è comunque in cresciuta del +1,2% rispetto al 2017.


Dove sta allora il problema? Nel fatto che l'economia, nella seconda metà dello scorso anno ha iniziato a rallentare. A conferma di ciò, vi è la nota mensile dell'Istat sull'andamento dell'economia italiana relativa allo scorso dicembre.

Al di là dei problemi strutturali dell'Italia, è l'economia internazionale che sta rallentando a causa delle incertezze provocate dalla Brexit, e dagli effetti causati dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. E in Italia il settore manifatturiero ne sta risentendo, con la difficoltà a mantenere gli attuali livelli produttivi.

L'occupazione, in Italia, si mantiene stabile ed il tasso di disoccupazione ha segnato una lieve diminuzione. Però, il processo di riduzione della disoccupazione appare ancora lento.

Da registrare anche una riduzione dei prezzi dei prodotti energetici che ha contributo al rallentamento dell'inflazione italiana e di quella dell'area dell'euro.

Ed il clima di fiducia ha segnato un ulteriore calo sia per quanto riguarda i consumatori, sia per quanto riguarda le imprese, in questo caso peggiorato in tutti i settori economici ad esclusione del commercio al dettaglio.

Il dato peggiore, però, è rappresentato dall'indicatore anticipatore che ha fatto registrare una nuova flessione, suggerendo pertanto il proseguimento dell'attuale fase di rallentamento dell'economia in Italia.