Probabilmente sono in molti ad avere una concezione sbagliata dei mercati emergenti, che vengono visti come poco sviluppati e molto rischiosi.

Basti pensare al fatto che il prodotto interno lordo complessivo delle economie emergenti è oltre la metà di quello globale, per comprendere quanto sia sbagliata tale visione.

Inoltre, se fino a poco tempo fa sulle piattaforme di trading si poteva investire in una decina di quei Paesi, adesso il ventaglio geografico del debito emergente ne comprende circa 90, il che offre opportunità di diversificazione e differenziazione.

Per tale motivo, diventa ancor meno giustificabile lo scarso interesse che gli investitori riservano al debito di quei Paesi.

La volatilità del principale indice azionario emergente negli ultimi 20 anni è stata di circa 2,5 volte superiore rispetto a quella dei principali indici di debito emergente in valuta forte. I principali pattern trading mostrano inoltre che i ritorni del debito emergente, se corretti per la volatilità, risultano superiori del 40% rispetto a quelli delle azioni.

Infine va sottolineato che, a causa della crisi, gli afflussi di denaro verso il debito emergente ne hanno risentito. Ma presto o tardi riprenderanno, offrendo così un grosso potenziale di rialzo a chi aveva deciso di acquistare in anticipo tali asset.