Il Piano per la riduzione del numero dei cinghiali approvato dalla Giunta della Regione del Lazio è per l'Oipa un provvedimento esecrabile e miope che preferisce la caccia, il sangue, a ogni soluzione etica. Si fa fuoco su esseri viventi senza neppure ascoltare la scienza.
Un parere degli esperti dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) afferma:
“la caccia non è uno strumento efficace per ridurre le dimensioni della popolazione di cinghiali selvatici in Europa”.
Inoltre l'Ispra nelle sue indicazioni afferma che è importante sospendere qualsiasi tipo di attività venatoria nella zona infetta da Peste suina africana poiché si tratta di “attività che comportano un duplice rischio: la movimentazione di cinghiali potenzialmente infetti sul territorio e la diffusione involontaria del virus attraverso calzature, indumenti, attrezzature e veicoli”.
Così l'Organizzazione internazionale protezione animali.
«All'indomani dell'ordinanza del commissario straordinario per l'emergenza peste suina, si è ragionato solo su come sguinzagliare i cacciatori fuori e dentro i parchi protetti invece, per esempio, d'introdurre una raccolta rifiuti porta a porta nel quadrante nord di Roma, dove ancora cumuli di spazzatura giacciono sotto i cassonetti», commenta la delegata dell'Oipa di Roma, Rita Corboli. «I cinghiali non entrano nell'abitato nelle zone dove funziona la raccolta a domicilio: si consideri l'esempio di alcune zone del Municipio Roma 10, accanto alla Tenuta presidenziale di Castelporziano o, fuori Roma, la cittadina di Bracciano, proprio all'interno di un parco protetto».
La delibera approvata oggi, ricorda l'Oipa, fa il paio con la delibera della Giunta Zingaretti n. 9/19 che approvava il Protocollo d'Intesa tra Regione Lazio, Roma Capitale e Città metropolitana di Roma per la gestione del cinghiale nel territorio di Roma Capitale. Un provvedimento che prevedeva come gli interventi per il “contenimento” dei cinghiali potessero essere attuati di giorno e di notte durante tutto l'arco dell'anno e anche nella stagione riproduttiva, quando sono presenti cuccioli ancora non svezzati.
L'Oipa ricorda anche come i cinghiali presenti nel territorio, più grandi e prolifici degli autoctoni, sono stati introdotti dai paesi dell'Est Europa a uso e consumo dei cacciatori, cui ora si ricorre per risolvere un problema che loro stessi hanno determinato.