Di Maio: il contratto di governo non significa allearsi per governare
In attesa di sapere per quale motivo il senatore "semplice" (quello che aveva detto sarebbe rimasto in silenzio per molto tempo) Matteo Renzi si sia fatto invitare alla trasmissione Che Tempo Che Fa condotta dal tappeto vivente Fabio Fazio, mentre Salvini - a sua volta in attesa di esplodere per il risultato delle regionali in Friuli - dichiara "Gli italiani meritano RISPETTO, altro che governi col Pd!", Luigi Di Maio cerca di chiarire, per l'ennesima volta, cosa sia il contratto alla tedesca che potrebbe portare 5 Stelle e Pd a formare un governo assieme.
"Il contratto alla tedesca - dichiara Di Maio - servirà a mettere nero su bianco le azioni immediate per migliorare la qualità della vita degli italiani per interpretare al massimo lo spirito della terza repubblica. Non si tratta di alleanze.
Un'alleanza è uno scambio di poltrone, un do ut des di potere. Non ci interessa. Siamo nati per fare altro. Il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica italiana perché ha identità e valori ben precisi, che difendiamo senza compromessi."
Per spiegare "urbi et orbi" quale sia la differenza tra contratto di governo e alleanza di governo, il capo politico dei 5 Stelle ha scritto una lunga lettera al Corriere, prendendo come base il rapporto reso noto alcuni giorni fa dal prof. Della Cananea in cui sono individuati i punti in comune tra il programma elettorale dei 5 Stelle e quello del Partiuto Democratico.
Per Di Maio, il contratto da stipulare con il Pd, banalmente, riguarda l'identificazione dei punti in comune dei due programmi e la loro realizzazione. Eccone alcuni esempi.
"... se si parla di Europa si parla di immigrazione. In comune c’è la revisione del Regolamento di Dublino e l’equa ripartizione dei migranti tra tutti i Paesi dell’Unione Europea. Per gestire i flussi migratori serve anche investire in sicurezza: c’è la comune volontà di aumentare le risorse per la cyber security e l’assunzione immediata di 10.000 nuovi agenti nelle forze dell’ordine. Assumiamoli!
Lotta alla povertà. I fondi del REI non sono sufficienti e le politiche attive del lavoro non funzionano. Il Reddito di Cittadinanza risolverebbe entrambi i problemi, estendendo il beneficio a più famiglie e rendendo effettivo il reinserimento lavorativo grazie alla riforma dei centri per l’impiego. Parliamo anche di pensione di cittadinanza per gli anziani. Non lasciamoli indietro.
Sul lavoro si può partire dal salario minimo orario, obiettivo condiviso anche dal PD, stando al loro programma. Oltre a proteggere il lavoro è urgente crearne di nuovo e di qualità, ad esempio con la banca pubblica di investimento per finanziare a tassi agevolati le piccole e medie imprese italiane. Riteniamo sia necessaria la reintroduzione dell’articolo 18 come “misura ponte”, in attesa di una piena realizzazione del reddito di cittadinanza e della riforma dei centri per l’impiego: una flexicurity alla danese che, a regime, consentirà di superare le rigidità dei contratti di lavoro.
Capitolo tasse. Il MoVimento 5 Stelle prevede una riduzione delle cinque aliquote Irpef oggi in essere, mentre loro ipotizzano una detrazione per i figli a carico; per le imprese il MoVimento 5 Stelle preferisce dimezzare l’Irap; dall'altra parte si parla di un’ulteriore riduzione dell’aliquota Ires. Il fine è lo stesso, un’intesa si può trovare.
Sanità pubblica. A quanto risulta dal programma, il Pd scrive nero su bianco di voler ridurre le ormai lunghissime liste di attesa. Siamo d’accordo, ma occorre un serio incremento del Fondo Sanitario Nazionale e un piano di assunzioni per infermieri e medici.
In tema di giustizia, entrambi vogliamo semplificare e ridurre i tempi dei processi attraverso l’applicazione del rito del lavoro e investendo nella digitalizzazione anche in ambito penale. Facciamolo! C’è la lotta alla mafia e alla corruzione: loro prevedono meccanismi di prevenzione per l’infiltrazione mafiosa nelle istituzioni. Per noi si può realizzare una riforma complessiva dell’ordinamento penitenziario e con la modifica del 416ter. Senza dimenticare l’estensione dell’agente sotto copertura per i reati di corruzione, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per i condannati in via definitiva e una modifica sostanziale della prescrizione. Un capitolo a parte riguarda la legge sul conflitto di interessi che il Paese aspetta da troppi anni.
Infine i costi della politica e l’efficienza della Pa. I tagli agli sprechi sono un nostro storico cavallo di battaglia, e il programma del Partito Democratico prevede il ricalcolo dei vitalizi col metodo contributivo, un tetto agli stipendi dei manager pubblici e la trasformazione delle costose e inutili auto blu in auto elettriche e sostenibili. Meno sprechi significa anche Pa digitale e lotta alla burocrazia per semplificare la vita a cittadini e imprese."
Inoltre, un governo tra 5 Stelle e Pd potrebbe pure correggere gli errori fatti in passato. Basti pensare alla riforma della Rai, quando Renzi diceva "fuori i partiti dalla tv pubblica..." per poi fare una riforma dove la tv pubblica adesso è gestita addirittura dai partiti che formano la maggioranza di governo! Ma, come disse Renzi, a quella riforma fu costretto dalla qualità degli alleati con cui il Pd governava. Visto che anche i 5 Stelle vogliono realizzare una tv che sia finalmente e realmente pubblica, anche questo punto accomuna Pd e 5 Stelle.
Quindi, dove stanno le differenze?