È iniziato il referendum nell'Ucraina occupata dai russi mentre prosegue l'arruolamento forzato dei riservisti
"Sei favorevole all'adesione della Repubblica popolare di Donetsk alla Russia come entità della Federazione Russa?"
Questa è la domanda stampata in russo e in ucraino sulle schede dei referendum a cui anche i residenti della Repubblica popolare di Luhansk e degli oblast di Zaporizhzhia (in realtà 73% del territorio complessivo) e Kherson sono "obbligati" a rispondere a partire da oggi fino al prossimo 27 settembre.
Secondo quanto ha riferito l'ex governatore dell'oblast di Luhansk, Serhii Haidai, delegati russi accompagnati da uomini armati bussano alle porte di casa delle persone e li costringono a votare.
"Se una persona non apre la porta, i militari minacciano di buttarla già. Se una persona scegli di votare No, i russi lo appuntano", ha detto Haidai.
Per i prossimi quattro giorni, le "votazioni" saranno effettuate porta a porta "per motivi di sicurezza".
Oltre alla farsa dei referendum, Mosca continua anche l'opera di mobilitazione dei riservisti che, secondo il quotidiano online Meduza che riporta quanto riferitogli da una fonte anonima vicina ad uno dei ministeri federali, non porterà all'arruolamento di 300mila persone ma addirittura di 1,2 milioni. Il numero reale di persone che il Cremlino ha pianificato di inviare a combattere in Ucraina è indicato nell'articolo 7 del decreto di mobilitazione parziale, il cui contenuto però non è stato reso pubblico.
Nelle grandi città il numero dei coscritti sarà limitato per cercare di limitare le proteste, specialmente dove la presenza dei media stranieri è numerosa - Meduza indica che i riservisti di Mosca saranno 16mila e 3.200 quelli di San Pietroburgo -, mentre nelle regioni di campagna non si guarderà per il sottile!
Esclusi dall'arruolamento forzato saranno i giornalisti, i bancari e i programmatori informatici. Invece, chi partecipa alle proteste, anche se minorenne, viene arruolato d'ufficio.
Chi può, nel frattempo, continua a fuggire... in aereo dirigendosi a Istanbul, Belgrado o Dubai... in auto soprattutto verso la Georgia, dove per passare il confine ci vogliono fino a 12 ore di attesa.
Ieri Nancy Faeser, il ministro degli interni tedesco, ha dichiarato che i russi che fuggono dall'arruolamento forzato saranno i benvenuti in Germania, dove potranno anche ottenere un visto umanitario. Altri paesi europei, tra cui Lituania, Lettonia, Estonia e Repubblica Ceca, hanno invece negato decisamente qualsiasi possibilità di accoglienza ai russi in fuga.
Al di là di qualsiasi altra considerazione, una cosa è certa. A seguito della scelta di Putin adesso i russi sentono anche sulla propria pelle la guerra che finora aveva interessato solo gli ucraini e di rischiare di rimanere uccisi lontano da casa per le pretese espansionistiche di Putin non ne vogliono sapere.