La domanda è semplice. Perché le sessioni di calciomercato non durano una settimana... forse, ancora meglio, due o tre giorni al massimo? In estate, il mercato apre a luglio e chiude l'ultimo giorno di agosto. In inverno, dura per tutto il mese di gennaio. In estate ci sono 60 giorni per concludere delle trattative, mentre in inverno i giorni sono trenta.

Ce n'è di tempo per far muovere i giocatori da una squadra all'altra, con tutte le pratiche burocratiche che ne conseguono. Eppure, in entrambe le occasioni, per settimane non accade nulla. Solo negli ultimi giorni il mercato si anima... se non addirittura l'ultimo giorno, con scambi e acquisti intavolati sul filo di lana.

Dato che è accertato che le decisioni su che tipo di giocatore una squadra abbia bisogno sono già state prese prima dell'inizio del calciomercato, come anche quelle sui nomi dei giocatori che dovranno ricoprire determinati ruoli, perché far durare le sessioni di mercato tanto a lungo quando le trattative si concentrano solo nelle ultimissime ore nella speranza che i prezzi calino, così come le pretese economiche relative ai compensi ei professionisti della pedata?

L'esempio più clamoroso di questo gennaio 2018 è stata la trattativa tra Napoli e Sassuolo, che è sfumata perché non c'è stato tempo sufficiente per depositare i contratti dei vari giocatori che sarebbero stati coinvolti nell'acquisto di Politano da parte della squadra di De Laurentiis.

Tutto in poche ore, il 31 gennaio ultimo giorno di mercato, dopo che nei trenta giorni precedenti era accaduto poco o nulla.