In Europa si è parlato del gas russo ribadendo che è inaccettabile il pagamento in rubli
Il consiglio straordinario Ue su Trasporti, Telecomunicazioni ed Energia che si è svolto lunedì, ha visto i ministri interessati dei Paesi membri discutere unicamente delle decisioni recentemente assunte da Gazprom in relazione alla sospensione della fornitura di gas a Polonia e Bulgaria.
Almeno questo è quanto ha dichiarato nella conferenza stampa conclusiva la commissaria europea all'Energia, Kadri Simson, che ha ribadito che pagare le prossime bollette in scadenza con il nuovo meccanismo richiesto da Mosca costituirebbe una violazione delle sanzioni in atto e sarebbe ritenuto inaccettabile per la Commissione Ue... senza però indicare le conseguenze che ciò potrebbe causare ad un Paese membro dell'Unione.
In precedenza, il ministro della Transizione ecologica, Cingolani, aveva rilasciato a Politico un'intervista in cui avrebbe dichiarato:
"Credo che le compagnie petrolifere e del gas non possano rischiare di pagare e poi essere accusate di aver infranto le sanzioni, ma allo stesso tempo non possono rischiare... di non pagare in rubli". In contratti lunghi "i costi sarebbero estremamente alti".
Non appena la notizia di un'apertura al pagamento in rubli del gas russo da parte dell'Italia ha iniziato a diffondersi è arrivata la nota di smentita del ministero:
"L'articolo pubblicato da Politico dal titolo "Italy open to paying for Russian gas with rubles" è fuorviante e non corrisponde alla posizione espressa dal ministro Cingolani che non ha mai aperto ad un pagamento in rubli". Nella nota si aggiunge che "in attesa che si definisca unitariamente, a livello di Ue, la posizione sui pagamenti, lo schema euro/rubli che prevede che le imprese paghino in euro, al momento non lascia ravvisare una violazione delle sanzioni stabilite il 24 febbraio".
Considerando la possibilità che molti Paesi, in questa fase, stiano mettendo in atto una strategia che si rifà al gioco delle tre carte, la commissaria Simson ha anticipato la preparazione di un memorandum che stabilisce una volta per tutte come i Paesi dell'Ue debbano comportarsi in relazione al pagamento delle bollette del gas russo.
E del petrolio russo che dovrebbe essere il protagonista del prossimo pacchetto di sanzioni Ue contro Mosca? Non se ne è parlato durante la riunione. L'argomento verrà trattato nei prossimi giorni.
A mettersi di traverso ad un blocco immediato degli acquisti del petrolio russo, finora, era stata soprattutto la Germania. Ma il cancelliere Scholz, lunedì in un'intervista ad un quotidiano tedesco, ha fatto sapere di aver cambiato idea e di esser pronto a sostenere un embargo immediato dell'Unione europea su petrolio e carbone forniti dalla Russia. Dichiarazione supportata anche da altri ministri del suo governo.
Rimane però da vedere la posizione degli altri Paesi Ue. Ad ostacolare la proposta non sarà certo la Polonia, mentre di tutt'altro avviso sembrano essere le intenzioni dell'Ungheria di Orban che non solo non sembra voler rinunciare al petrolio e al gas di Putin, ma è pure intenzionata ad effettuarne il pagamento in rubli.
Comunque, se l'Ue fosse in grado fin da subito di fare a meno delle forniture di greggio di Mosca (la piccola Ungheria non è certo il miglior cliente), per Putin sarebbe un colpo molto pesante e duro da assorbire.