Cronaca

Ecco perché la destra di Salò ha bocciato la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini

Il consiglio comunale di Salò, che (casualmente?) ha una maggioranza di destra, "Progetto Salò", ha bocciato la mozione degli esponenti di "Salò futura" (sinistra) in cui si chiedeva la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini. 

La cittadinanza onoraria a Mussolini fu concessa nel 1924, un fatto comune in quegli anni dove le amministrazioni di molte città, grandi e piccole, facevano a gara nel volersi autenticare come dichiaratamente fasciste. 

Ecco come l'amministrazione di destra ha elencato in dettaglio, le motivazioni che l'hanno spinta a prendere tale decisione. 


Perché i residenti di Salò non ne trarrebbero alcun beneficio.

Perché antifascisti e partigiani che combatterono il fascismo e che poi fecero parte del Consiglio comunale non si posero il problema. E se non lo fecero loro, perché dovrebbero chiederlo gli antifascisti di oggi?

Perché servirebbe solo a rimestare sentimenti di odio e rivalsa nocivi alla pacifica convivenza civile della nostra Comunità.


Quelle precedenti sono state definite ragioni politiche, ma ci sono anche delle ragioni "tecniche" che hanno portato a questa decisione.

"Il 23 gennaio 1924, il Governo Mussolini sciolse il Consiglio Comunale di Salò, nominando in sua vece una Commissione straordinaria presieduta dal sig. Salvatore Punzo che lo contraccambiò conferendo a Benito Mussolini la Cittadinanza onoraria.

La Cittadinanza si caratterizzò giuridicamente come una sorta di auto conferimento, certamente non si trattò di un atto amministrativo deliberato dal Consiglio comunale liberamente eletto dai Salodiani. 

Si trattò, di fatto, di un premio deciso autonomamente da una Commissione governativa nominata dallo stesso premiando. Stando così le cose, ci si deve seriamente domandare se questo riconoscimento non debba essere revocato dal Governo stesso, attraverso provvedimenti prefettizi ad hoc".

Non solo! Come spiega Progetto Salò,
 alla richiesta del Sindaco di Calalzo e degli esuli dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia di cancellare l’onorificenza concessa al Maresciallo Tito perché ritenuto indegno, il Prefetto di Belluno ebbe a rispondere, con lettera ufficiale del 16 aprile 2013, che: Non è ipotizzabile alcun provvedimento di revoca essendo il medesimo deceduto. Questo, perché, essendo deceduta la persona oggetto del conferimento, non è stato possibile instaurare un contraddittorio. La norma prevede – prosegue il Prefetto a nome del Governo – che la persona oggetto dell’eventuale revoca debba essere preventivamente informata, onde poter presentare una memoria scritta a propria difesa. La possibilità di poter revocare l’onorificenza pertanto presuppone l’esistenza in vita dell’insignito.

Ma c’è anche un'altra ragione. 
L'amministrazione locale di destra, "non vuole ripristinare un istituto che nel diritto romano veniva definito damnatio memoriae ed era la condanna più severa da affliggersi a chi aveva amministrato la res pubblica. La damnatio memoriae comprendeva il fatto che ogni statua, monumento o documento che si richiamava al condannato dovesse essere distrutto. Per cancellare la memoria. 
Parlando di Mussolini verrebbe la tentazione di applicare la condanna. Ma la damnatio memoriae ha un difetto: oggi, di molti di quei personaggi che ne furono colpiti, non sappiamo nemmeno cosa avessero fatto per meritare quella punizione, abbiamo quasi sempre stralci o quadri parziali. Insomma, se la cittadinanza venisse revocata oggi, 90 anni dopo, non avrebbe senso e rischierebbe di fare dimenticare gli errori del Ventennio fascista. La storia invece è memoria e non può essere cancellata".

Quindi, con piena soddisfazione della destra, Benito Mussolini rimane cittadino onorario di Salò.



In questa maniera, la Sezione ANPI Medio Garda ha commentato la scelta:
"Hanno respinto la mozione per la rimozione della cittadinanza a Mussolini. Lo hanno fatto per ragioni politiche e a loro dire tecniche. Fatto sta che non hanno ritenuto necessario oggi fare un atto che avrebbe rotto quel legame a doppio filo tra il nome di Salò e il Duce. Oggi Salò ha voluto mantenere quel legame. Oggi Salò ha scelto di mantenere Mussolini tra i propri cittadini onorari. Arrampicarsi sui vetri non è servito per mascherare la sostanza di questa scelta. Che è una sola: non si vuole proclamare una presa di distanza chiara ed inequivocabile da quella tradizione, da quella figura, da quello che essa rappresenta, ancora oggi, per troppi italiani, per troppi salodiani. Semplicemente vergognoso".

Autore Rino Mauri
Categoria Cronaca
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