A piedi, in bici o in treno su ferrovie secondarie: cresce la voglia di viaggiare slow. E nuovi percorsi vengono inaugurati ogni anno, spesso su tracciati già esistenti nel passato ma dimenticati.
Per molte zone dell'Appennino o delle Alpi, questa tendenza può significare la salvezza dall'abbandono. Per questo è importante che la riscoperta dei percorsi sia accompagnata da un lavoro di rete con chi in quelle zone ci vive. Ci sono state due importanti novità legislative che costituiscono una buona base per lo sviluppo dell'economia legata alla mobilità dolce.
La prima è la legge 128 del 2017 sulle ferrovie turistiche che prevede azioni per lo sviluppo di 18 percorsi. La seconda è la legge n.2 del 2018 sulla mobilità ciclistica, per promuovere le ciclovie. Ora però bisogna attuarle.
Sono necessari decreti attuativi e regolamenti, per i quali occorre fare pressione sul nuovo governo. Ma allo stesso tempo ci vuole anche l'impegno delle Regioni, degli enti locali e di tutte le realtà nazionali e locali interessate.
Il "viaggiare lento" sta dunque attraversando un buon periodo. Non bisogna però sprecare l'occasione.